Economia
I lavoratori della Fondazione Maugeri: non possiamo accettare che le colpe di qualche dirigente senza scrupoli ricadano sulla vita di migliaia di persone
Continuano le difficoltà dei lavoratori della Fondazione Maugeri, che ha due sedi anche in Piemonte, che dal primo ottobre, vedranno ridotti compensi e diritti. All’inizio di luglio il direttore generale ha comunicato ai rappresentanti dei lavoratori che il bilancio di previsione ipotizzava una chiusura del 2014 in passivo di 1,8 milioni di euro. Secondo l’azienda dopo la tempesta giudiziaria e il patteggiamento costato 17 milioni di euro, e a causa di ricavi in discesa per la spending review della spesa sanitaria, occorre ridurre la spesa del personale con tagli a volte drammatici. Un lavoratore della Fondazione Maugeri ha scritto una lettera aperta sulla situazione …
Sono un dipendente della Fondazione S. Maugeri, ed è proprio grazie a manovre scorrette e truffe illecite che hanno arricchito spregiudicati manager e politici, che ora la Fondazione sta affondando. Lo scandalo che ha travolto la Fondazione nella primavera del 2012 ha lasciato ripercussioni pesantissime che sembrano rendere quasi insanabile la sua situazione economica. Come di fronte ad ogni situazione critica, vengono prese misure strutturali alle quali sembra non esserci alternativa, pena il fallimento. Si taglieranno i costi del personale, quello stesso personale che per anni, ignaro dei loschi traffici di pochi, ha contribuito giorno dopo giorno, col sorriso, la tenerezza e la professionalità a fare dei centri riabilitativi della Fondazione delle eccellenza italiane.
Le cesoie degli amministratori che ci chiedono questi sacrifici, con le stesse lacrime di coccodrillo che ricordano quelle versate dal ministro Fornero, prevedono un cambiamento del tipo di contratto di lavoro, con riduzione degli stipendi che vanno dal 5% al 30% in base alle diverse figure professionali ed il peggioramento delle condizioni lavorative. Nello specifico si tratta di voler disapplicare il contratto nazionale di lavoro della sanità pubblica per passare dal 1 ottobre prossimo a quello della sanità privata per tutti i 3500 dipendenti delle 21 sedi, distribuite in tutta Italia. Le organizzazioni sindacali si sono subito mobilitate per ovviare a questa situazione che sembra inevitabile e difendere i dipendenti nel ottenimento del male minore e nella tutela dei loro diritti.
In questo momento difficile, tutto il personale della Fondazione S. Maugeri, si sente profondamente ferito, tradito, misconosciuto, ingannato. Lo spettro della crisi che da anni aleggia nel nostro paese e colpisce indistintamente tutti i settori dell’economia italiana, sta toccando ora le nostre vite, le nostre famiglie. Quella precarietà dalla quale credevamo di sentirci protetti per la specificità della nostra professione e la carenza cronica di figure come le nostre di cui soffre il nostro SSN, in questo momento ha travolto anche noi. Quegli stessi infermieri ed operatori che avevamo visto nei telegiornali sopra i tetti degli ospedali o manifestare davanti ai loro luoghi di lavoro, siamo diventati noi.
Le disillusioni che immancabilmente ci danno i politici ed i governanti, hanno sviluppato in noi anticorpi di sfiducia e di sospetto di fronte alle parole di rassicurazione che anche nel nostro caso, gli amministratori hanno tentato nei mesi scorsi di diffondere tra i dipendenti. Ormai sappiamo che è proprio quando si dice “va tutto bene… La crisi non esiste… I problemi saranno presto risolti…”, che bisogna preoccuparsi maggiormente. E’ ciò che è successo anche a noi. Tutto sembrava andare bene. Improvvisamente, sono saltati i coperchi e si è capito che la situazione era tutt’altro che rassicurante e florida. Adesso veniamo a sapere che la Fondazione rischia di affondare.
L’incertezza e le conseguenti ansie hanno fatto la loro apparizione nelle nostre vite. La delusione di tanti italiani è diventata anche la nostra: vittime di una situazione nella quale sembra non esserci rimedi indolore e nel peggiore dei casi, una soluzione che salvi lavoratori generosi ed onesti.
Non possiamo accettare che le colpe di qualche dirigente senza scrupoli ricadano sulla vita di migliaia di persone senza che questa ingiustizia non rimbalzi agli occhi dell’opinione pubblica. Perché dobbiamo essere noi, innocenti, a dover pagare gli errori ed i reati di chi si è arricchito alle nostre spalle? Com’è possibile che governanti di rilievo coinvolti nella vicenda che ha affossato la Fondazione, continuino la loro attività politica godendo di una “impunità parlamentare” tutta italiana? Non ci sentiamo di acconsentire in silenzio a che le malefatte di truffatori debbano condizionare le nostre già difficili esistenze e quelle dei cittadini bisognosi di assistenza sanitaria.
Probabilmente non si potrà fare molto, ma vogliamo che sappiate. Come ieri noi eravamo gli spettatori di altri colleghi e concittadini defraudati, domani questa ingiustizia potrebbe capitare a chiunque altro. Gli onesti cittadini italiani hanno già troppo pagato le colpe di altri. Fino a quando?
Noi amiamo il nostro lavoro. Lo riteniamo uno dei lavori più belli e preziosi a questo mondo. Una società che non ha a cuore la propria salute è decisamente malsana e miope. La congiuntura internazionale e nazionale, non ci danno molte speranze e prospettive, ma non possiamo rassegnarci a vedere il nostro Sistema Sanitario agonizzare in un declino senza fine. Questa situazione è demotivante e triste, ma non verremo mai meno alla nostra fedeltà al malato. Tra gli operatori della Salute, esistono risorse umane e molteplici professionalità di enorme ricchezza: non possiamo accettare che vengano sciupate, disconosciute, svalutate, disprezzate, svendute.
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