Piemonte
Regione Piemonte: “Entro fine settembre definite le unioni dei Comuni”
Entro il 30 settembre la Giunta regionale definirà il quadro degli accorpamenti delle Unioni dei Comuni, entro la fine dell’anno le loro funzioni. E’ l’impegno che si sono assunti il vicepresidente della Regione Piemonte Aldo Reschigna e l’assessore alla montagna Alberto Valmaggia oggi, nell’assemblea con gli amministratori locali organizzata dall’UNCEM Piemonte. “La prossima settimana cominceremo l’iter delle consultazioni nelle diverse province – ha spiegato Reschigna – ci confronteremo con i sindaci e gli amministratori locali, in modo che entro il 30 settembre sia completa la mappa del potere locale ridisegnata dalla riforma nazionale: Unioni dei Comuni, Province e Area metropolitana. Siamo convinti che con il confronto potremo fare un buon lavoro, pur in presenza di una legislazione regionale insufficiente. Ma non c’è tempo per cambiarla. Applicheremo i criteri di omogeneità territoriale e del sistema delle relazioni per accorpare organi più efficaci e più moderni, in grado di aiutare lo sviluppo dei territori. Nella nuova generazione di sindaci uscita dalle elezioni di maggio ho visto attenzione su questi criteri, fino a voler ridefinire scelte fatte dalle amministrazioni precedenti, per costruire forme associative più forti.”
“Entro la fine dell’anno verranno ridefinite le funzioni, sulla base anche della esperienza piemontese del decentramento. Non vogliamo un neocentralismo regionale, alla Regione devono andare solo quelle funzioni che non possono essere svolte dagli altri livelli territoriali”.
“Oggi in questa sala riprende il dialogo con i territori montani – ha aggiunto Valmaggia – Per noi la collaborazione e l’ascolto sono fondamentali per l’importante obiettivo che ci siamo posti di rilanciare le nostre montagne. Gli impegni che ci attendono sono almeno tre. Il primo è quello di rivedere l’assetto istituzionale, con il superamento delle Comunità montane e la definizione di un nuovo modello di governance. Il secondo è quello del rilancio socio-economico dei territori alpini. Le risorse naturali come il legno e l’acqua, il patrimonio artistico e paesaggistico, l’artigianato, la filiera agro-alimentare offrono molteplici occasioni di sviluppo economico e di occupazione, se adeguatamente valorizzati. Infine, sta partendo la nuova programmazione dei fondi comunitari 2014-2020, che vedrà lo stanziamento di importanti risorse per le zone montane. Dobbiamo riuscire, con una buona strategia, a spendere bene i soldi con progetti che guardino al futuro. Nei prossimi mesi avremo modo di affrontare insieme questi temi attraverso gli incontri che organizzeremo in ogni provincia, per verificare la situazione esistente e per definire tutte le questioni attraverso percorsi che siano il più possibile partecipativi”.
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