Cultura
Fabrizio De Andrè rivive al teatro Tangram
Bocca di Rosa, Marinella, il ladrone Tito, Piero e la sua guerra, Geordie, il pescatore, il matto, il giudice. Ci sono molte persone che diventano personaggi, ma a volte accade anche il contrario: personaggi che, per una strana alchimia di genio e umanità, diventano persone reali, in carne ed ossa, come noi. E’ un destino riservato a pochi, ma l’elenco di questi “pochi” comprende senza ombra di dubbio gli eroi umili di Fabrizio De Andrè: gente che ha smesso di abitare nelle canzoni per trasferirsi nelle nostre vite, gente che ha una storia, un volto, una voce, alle volte perfino un profumo.
Questo spiega perché uno spettacolo dedicato a De Andrè può restare in cartellone per oltre un decennio, ripresentandosi ogni anno come un’occasione. E’ il caso di Bocca di Rosa e altre storie, in scena in queste sere al teatro Tangram di Torino. Gli aficionados del luogo sanno bene di che si tratta. Tutto è nato nel 1999, proprio in concomitanza con la scomparsa del grande cantautore. A raccontarci la genesi del progetto è lo stesso Bruno Maria Ferraro, protagonista principale dello spettacolo. “Con Ivana Ferri stavamo lavorando ad un progetto di spettacolo sulla canzone d’autore dei grandi maestri tra cui Brassens, Brel, Choen e altri – racconta l’artista – Ci piaceva l’idea di portare questo patrimonio di poesia all’interno di un contenitore teatrale. Arrivò in quei giorni la notizia della scomparsa di Fabrizio De Andrè. Una delle sere successive con Ivana e i musicisti, faticando a riprendere il filo delle nostre prove, nacque un’idea, piccola e semplice. Decidemmo di dedicare una serata nel nostro teatro a lui, alle sue storie, ai suoi personaggi. Pensammo di riprodurre una delle tante serate passate a cantare le sue canzoni in modo informale, senza grossi perché, così, solo per il piacere di farlo. Un piacere sottile che non attenuava quel vuoto strano”.
Poi lo spazio informale ha preso corpo, si è arricchito di nuovi contributi e ha saputo richiamare intorno a sé una cerchia di amici. Replicato più e più volte, è stato visto da gente di tutte le età, gente “con gli occhi rossi e il cappello in mano” che non sapeva decidersi tra sorriso e commozione e che per tutta la sera inseguiva a fior di labbra quelle canzoni note a tutti (ragazzini compresi). L’ossatura dello spettacolo rispetta uno schema ricorrente nelle produzioni del teatro Tangram: il ritmo delle canzoni è intervallato dalla lettura di testimonianze scritte che, in questo caso, spaziano da don Ciotti a Fernanda Pivano, da Edgar Lee Master (autore dell’antologia di Spoon River) allo stesso De Andrè. Così i personaggi diventano ancora più vivi, inseriti nel contesto che li ha generati e accolti.
Sono passati tredici anni da quei giorni di gennaio che si portarono via un grande artista e contemporaneamente fecero nascere tante opere a lui dedicate: Bocca di rosa è altre storie è ancora sulle scene, capace oggi come allora di appassionare il pubblico è di far rivivere un viaggio che ormai è fuori dal tempo.
Bocca di rosa e altre storie: 13, 14, 15, 20, 21, 22 gennaio (ore 21). Ingressi: intero 12 €; ridotto 10 €. Teatro Tangram: via don Orione 5, Torino. Info http://www.tangramteatro.it/
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