Ambiente
Monitoraggio di Legambiente su acque del Lago Maggiore: “Su dieci rilevamenti effettuati la metà è risultata fortemente inquinata”
La Goletta dei Laghi di Legambiente ha presentato i dati del monitoraggio sulla sponda piemontese del lago Maggiore. Inquinati metà dei punti campionati, 1 su 4 nel VCO, 4 su 6 in provincia di Novara. In crescita rispetto allo scorso anno i punti risultati inquinati sulla sponda piemontese del Verbano. E’ quanto emerge dal monitoraggio eseguito dalla Goletta dei laghi di Legambiente, la campagna nazionale d’informazione scientifica sullo stato di salute dei bacini lacustri. L’obiettivo del monitoraggio di Goletta dei Laghi è quello di individuare i punti critici, analizzando il carico batterico per individuare gli scarichi non depurati che minacciano la qualità delle acque. Anche nel caso del lago Maggiore, dunque, l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci e in tratti “sospetti” segnalati dai cittadini, attraverso il servizio SOS Goletta (www.legambiente.it/sosgoletta) e individuati dai circoli di Legambiente. I prelievi e le analisi sono stati eseguiti dal laboratorio mobile di Legambiente. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come“inquinati” i risultati che superano i valori limite previsti dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli che superano di più del doppio tali valori.
I risultati sono stati presentati questa mattina a Meina da Federica Barbera, responsabile nazionale della Goletta dei Laghi, Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta e Roberto Signorelli del Centro del Sole – circolo di Legambiente, in una conferenza stampa a cui sono intervenuti Piero Ferrozzi, delegato per il Piemonte della Lega Navale Italiana, e i ricercatori del CNR – Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania Michela Rogora e Piero Guillizzoni.
Sui dieci rilevamenti effettuati la metà è risultata fortemente inquinata. Ma la distribuzione non è omogenea tra le province del VCO e di Novara: se nella prima oltre i limiti è un punto su quattro, nella seconda sono ben quattro su sei.
A Verbania fortemente inquinato secondo le analisi di Goletta il prelievo alla foce del fiume Toce. Entro i limiti di legge sempre a Verbania la foce del torrente S. Bernardino, a Stresa il punto prelevato a lago presso l’area dove dovrebbe sorgere il nuovo porto turistico, a Belgirate il punto in corrispondenza del lungo lago di via Mazzini.
Nel novarese fortemente inquinati alcuni punti di Arona con la foce del torrente Vevera, il lungolago Marconi, e Dormelletto, presso via Oberdan. Fortemente inquinata, sempre tra Arona e Dormelletto, la foce del rio Arlasca, ricettore del vicino depuratore. In miglioramento rispetto allo scorso anno, rientrando entro i limiti di legge, il campione prelevato al lungolago Caduti di Nassiriya ad Arona e entro la norma anche il nuovo punto di campionamento a Meina, presso via Sempione 69.
“Il nostro compito è quello di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione non solo a dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, così come viene indicato dal decreto legislativo 116/2008 – commenta Federica Barbera, responsabile nazionale della Goletta dei Laghi – i rilievi del laboratorio mobile di Legambiente non sono sostitutivi di quelli che effettua regolarmente ARPA davanti alle zone balneabili nella stagione estiva, ma vogliono integrarli con una fotografia puntuale per sensibilizzare gli enti competenti ad intervenire sulle situazioni difficili, spesso note da tempo. Anche quest’anno infatti gli imputati principali sono i torrenti che raccolgono reflui non depurati dei comuni lacustri e dell’entroterra e gli scarichi che arrivano direttamente nel lago”.
Diversi dunque gli aspetti negativi. “Ma non mancano in molte località le buone pratiche a favore di una attenta gestione del territorio e della promozione del turismo sostenibile – sottolinea Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta -, come dimostrano le Vele assegnate dalla Guida Blu di Legambiente e Touring Club quest’anno a Cannero Riviera, Cannobio (entrambe con 4 Vele), Baveno, Belgirate, Ghiffa, Lesa, Oggebbio, Stresa e Verbania (tutte con 3). E non mancano neppure i soggetti attivi sui temi della tutela del bacino lacustre, come il CNR – Istituto per lo Studio degli Ecosistemi di Verbania, la cui opera di campionamento e monitoraggio dei sedimenti di sostanze chimiche nei fondali e le ricerche sull’evoluzione della qualità delle acque in risposta a pressioni antropiche e a variazioni climatiche è preziosissima.”
Anche quest’anno il Consorzio Obbligatorio degli Oli Usati, che da 30 anni si occupa della raccolta e del riciclo dell’olio lubrificante usato su tutto il territorio nazionale, è main partner della storica campagna estiva di Legambiente. “La difesa dell’ambiente, e in particolare del mare e dei laghi, rappresenta uno dei capisaldi della nostra azione”, spiega Antonio Mastrostefano, direttore della Comunicazione del COOU. L’olio usato si recupera alla fine del ciclo di vita dei lubrificanti nei macchinari industriali, ma anche nelle automobili, nelle barche e nei mezzi agricoli di ciascun cittadino. “Se eliminato in modo scorretto questo rifiuto pericoloso può danneggiare l’ambiente in modo gravissimo: 4 chili di olio usato, il cambio di un’auto, se versati in mare inquinano una superficie grande come sei piscine olimpiche”. A contatto con l’acqua, l’olio lubrificante usato crea una patina sottile che impedisce alla flora e alla fauna sottostante di respirare. Nel 2013 il COOU ha raccolto 947 tonnellate di oli lubrificanti usati in provincia di Novara e 347 in quella di Verbania, evitandone così lo sversamento nell’ambiente.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese