Cronaca
Via al Pos per imprese e artigiani, ma è guerra: “Ci rimettiamo solo noi”
Saranno in pochissimi i commercianti e gli artigiani che oggi inaugureranno i loro Pos nuovi di zecca. Da questa mattina, infatti, scatta l’obbligo per liberi professionisti ed affini di accettare pagamenti con la cosiddetta “moneta elettronica”, burocratese per intendere Bancomat e carte di credito, per importi superiori ai 30 euro. Tante, tantissime le polemiche scatenate nei giorni scorsi da associazioni di categoria, Codacons e politici vari, ma la verità, al momento, è una sola: chi sgarra non pagherà. Nel decreto attuativo, infatti, all’obbligo di avere sempre con sé un Pos non è affiancata nessuna sanzione per chi non si adeguerà alla legge.
Le critiche contro questa nuova modalità di riscossione per i propri servizi arrivano soprattutto da idraulici, carpentieri, taxisti, elettricisti e affini, vale a dire tutti quei liberi professionisti che ogni giorno si recano a domicilio del cliente e che dovrebbero dotarsi dunque del congegno elettronico mobile, spesa onerosa di per sé, in aggiunta a commissioni e canoni periodici da pagare a banche e Stato. Confesercenti quantifica la stangata per gli artigiani in circa 5 miliardi l’anno, la CGIA di Mestre ha calcolato che per un’azienda con 100.000 euro di ricavi all’anno la spesa media da pagare ammonterà a oltre 1.200 euro.
Ci guadagneranno i circuiti bancari grazie alle commissioni ed i consumatori italiani, pur guardando alla novità con interesse, data la comodità rappresentata dal Bancomat, non intendono in larga parte (69%) cambiare le loro abitudini di pagamento. Le motivazioni alla base dell’iniziativa sono un maggior controllo degli introiti dei liberi professionisti e delle piccole imprese per combattere il “nero” e una maggiore spinta verso la moneta elettronica, ma Cesare Fumagalli, segretario di Confartigianato è piuttosto critico anche su quest’ultima ipotesi: “Il rischio è che sia un costo inutile se poi un terminale in Italia continua a fare meno di mille operazioni l’anno mentre in Germania sfiora le 5 mila. Il problema non si risolve se non si incentiva a monte l’utilizzo delle carte di credito”. Gli fanno eco da Confesercenti che puntualizzano come “questo intervento per favorire la moneta elettronica è squilibrato, poiché sposta l’intero onere dell’operazione sugli esercenti, mentre banche, poste e uffici della pubblica amministrazione continuano ad essere restii ad accettare le transazioni elettroniche”.
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