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PD, la guerra della Valsusa. Chiamparino: ”Plano sia sindaco di tutta Susa”, lui: ”Nient’affatto, se lo scordi”. E già si parla di espulsioni dal partito

Redazione Quotidiano Piemontese

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chiamparino vs planoLe prime grane politiche, per il PD piemontese di Chiamparino, non arrivano dall’opposizione ma dall’interno del partito stesso. Del resto, la dicotomia tra una determinata area geografica che fa della battaglia al Tav la propria forza elettorale e una dirigenza che mette l’Alta Velocità addirittura al primo posto fra le proprie priorità, non è nuova ed era destinata a deflagrare dopo le ultime consultazioni, specie con l’elezione di un “falco” come il neopresidente da una parte e di un sindaco leader del “no” come Plano dall’altra, a Susa. Inedito per temperatura bollente il primissimo scambio a distanza tra i due, a pochi giorni dal rispettivo insediamento; Chiamparino si augura che Plano sia “il sindaco di tutti”, questi risponde netto “no, non lo sarò affatto”.

E così, immediatamente nel PD si inizia a parlare di “espulsione”, tema particolarmente di moda in questi giorni anche a livello nazionale. Il neopresidente, intanto, fa capire senza mezze misure come le posizioni dell'”oppositore interno” non abbiano in realtà valenza concreta: “Se le amministrazioni locali vorranno confrontarsi ed essere parte del progetto, bene, altrimenti lo facciamo lo stesso”. Il primo a farsi sentire sul tema è, verrebbe da dire “naturalmente”, Stefano Esposito, “ultrà” del Tav: “Chi è iscritto a un partito”, dice, “deve accettare le regole della maggioranza. Ma in Valsusa nel PD non ci sono più regole”. Plano, da parte sua, si augura che continui la non-belligeranza con la sede torinese del partito, ma al tempo stesso non accetta di vedere “l’ospedale cittadino o altre questioni di prima necessità venire subordinate a un assenso al treno”. E intanto, Chiamparino studia compensazioni per la popolazione della Valle, come la riduzione delle accise sul prezzo dei carburanti.

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