Biella
#Elezioni2014 concluse, Verbania ”bulgara”, a Vercelli come previsto, a più sinistra che centro. Stravince l’astensione: 60%!
Con i ballottaggi si è chiusa definitivamente questa lunga tornata elettorale per il Piemonte, fatta di elezioni europee, regionali, e in molti casi anche amministrative. Con il voto comunale di ieri fra i non eletti al primo turno, sono quattro i voti che molti piemontesi hanno dovuto esprimere. Vediamo com’è andata, partendo dai tre capiluogo coinvolti dalla consultazione.
E’ il secondo sindaco donna della storia di Vercelli, Maura Forte. Non hanno influiti, sui risultati elettorali, i pasticci in salsa vercellese dello scorso anno, con tesserati fantasma e decine di indagati per falso ideologico, tra cui la stessa neosindaco, allora segretaria provinciale. Originaria di Villata, dove i suoi portavano avanti una piccola azienda agricola, ha profuso il proprio impegno nella scuola, diventando vicepreside del Liceo Scientifico, ma prima ancora aveva messo in piedi un avviatissimo laboratorio di analisi. Quella di Vercelli è stata la più “morbida” delle campagna elettorali: correttezza prima di tutto, nessun attacco personale, assenza di veleni. Non a caso, l’avversario Enrico Demaria, ex giornalista de La Stampa, è stato il primo a congratularsi con Forte per il risultato. Lei, dal cantuo suo, si annuncia combattiva: “E’ finita l’era del ”fatevene una ragione”, finita per sempre”.
La lista civica “SiAmo Vercelli” ha avuto il suo peso…nella sconfitta: la vittoria di Maura Forte è stata infatti tanto ampia che l’apparentamento non pare essere risultato decisivo, ma forse avrebbe cambiato qualcosa per Demaria, se ci si fosse legato, anziché rinunciarvi per non scontentare alcuni dei suoi fedelissimi.
Era invece in bilico il risultato a Biella. O almeno, nelle previsioni: il 59,17% con cui alla fine Marco Cavicchioli toglie la poltrona da sotto il sedere dell’ex sindaco Dino Gentile dice altro. Dice di un centrosinistra meno “centro” e più “sinistra” (come dice lo stesso candidato vincitore), che forse per questo veniva guardato con timore dalla nouvelle vague renziana, e invece ha saputo imporsi con forza. Ma anche “con serenità. Festeggiare? Mah, meglio la compostezza”, dice il neosindaco, “abbiamo vinto delle elezioni, mica una partita di calcio”. Un aplomb molto britannico per un avvocato che in politica è entrato da pochi mesi, conquistandosi anche la stima dell’avversario. Il quale, non a caso, si è affrettato addirittura a consegnargli la fascia tricolore a Palazzo Oropa: “Un gesto simbolico che ho molto apprezzato”, dichiara sempre nel suo stile Cavicchioli. Allo sconfitto non è bastato l’apparentamento con la lista “Buongiorno Biella”, anzi: i 100 voti di differenza del 1° turno sono diventati 3000 al ballottaggio. “Non mi aspettavo la sconfitta”, ammette Gentile; “per aver perso una roccaforte PdL come Biella ci sono voluti i voti dei 5 Stelle in aggiunta a quelli della sinistra”.
Esito bulgaro, invece, a Verbania, con Silvia Marchionini che aveva sfiorato la vittoria al 1° turno e che ha chiuso il ballottaggio con il 78% delle preferenze, lasciando le briciole all’avversaria Mirella Cristina nell’unica sfida piemontese tutta al femminile. Il comune lacustre ha così un sindaco giovanissimo (39 anni il prossimo luglio), che ha lasciato la poltrona di primo cittadino di Cossogno per buttarsi con decisione nella nuova avventura. Molta decisione, se è vero che i suoi primi pensieri sono uno di rammarico (“Peccato esserci dovuto sottoporre a questo 2° turno, abbiamo perso 15 giorni di lavoro”) e uno un po’ polemico (“Grazie a tutti, anche a quelli che sono rimasti a casa o al lago pensando che tanto avremmo vinto lo stesso…”). In effetti, il primo partito anche a Verbania non è stato il PD, ma lo stesso che ha vinto pure a Vercelli e Biella, anche se qui ha davvero trionfato: il PdA, l’immaginario Partito degli Astensionisti, ha ottenuto addirittura un inquietante 60%.
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