Lavoro
Maserati a gonfie vele, servono anche i lavoratori di Mirafiori
La Maserati vende e servono più operai. È questa la migliore notizia che potessero sperare i molti lavoratori ancora in cassa integrazione dello stabilimento di Mirafiori. Già, perché le due fabbriche sono collegate non solo a livello di proprietà aziendale (il marchio con il tridente è da tempo parte del gruppo Fiat), ma anche per un interscambio di forza lavoro che, da quando l’ex fabbrica Bertone di Grugliasco è stata assorbita, ha portato circa 1.500 operai delle Carrozzerie Mirafiori a lavorare sui nuovi modelli Maserati.
Come dicevamo, le auto di questo segmento di lusso stanno superando le più rosee aspettative di vendita, confermano le 34mila unità/anno previste ad inizio primavera, con la Ghibli e la Quattroporte a fare da traino.
Per questo motivo circa 350 addetti verranno spostati da Mirafiori alla Maserati e, inoltre, a partire da fine agosto, i turni settimanali aumenteranno a 12, includendo quindi anche il sabato. Un aumento delle ore lavorative che si rifletterà anche in busta paga per la gioia dei diretti interessati e dei sindacati di categoria:
Si tratta di un fatto positivo – gioisce Vincenzo Aragona della Fismic Torino – perché alcune centinaia di lavoratori da quattro anni in cig cominciano ad avere un salario dignitoso. Spero che tutto questo riguarderà presto anche gli altri dipendenti.
Le Officine Maserati di Grugliasco stanno dunque procedendo a gonfie vele e, dopo aver riassorbito interamente i circa mille operai della ex Bertone, con questi ultimi ingressi in arrivo dallo stabilimento Fiat porterà a 2.600 unità il proprio personale. Intanto al Lingotto stanno pensando di versare una “una tantum” a tutti gli 86.000 lavoratori italiani, compresi coloro che si trovano in cassa integrazione, ma si dovrà ancora discutere sull’importo di questo emolumento tra la proprietà e le sigle sindacali.
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