Economia
Cieli foschi sulla Rai torinese: posti di lavoro a rischio. E c’è il problema degli stabili abbandonati
I dipendenti Rai di Torino si apprestano ad aderire al controverso sciopero dell’11 giugno, ma sotto la Mole la questione legata alla tv di Stato è più complessa che altrove, non essendo determinata solo dalla crisi economica che ha toccato l’azienda nè dalle esternazioni del premier Renzi che vuole usare la scure per tagliarne molti rami. Già, a Torino, proprio per la storia dell’emittenza che qui è nata, c’è anche una pesante questione immobiliare: palazzi, edifici di grandi o grandissime dimensioni, che costano e rischiano la dismissione. Entro la fine dell’anno sarà concluso il trasferimento di tutto il personale di corso Giambone (Centro Ricerche) e via Cernaia nella nuova sede (in affitto) di via Cavalli: ma cosa sarà dei locali abbandonati? Soprattutto il grattacielo prospiciente la vecchia Porta Nuova, bisognoso di enormi bonifiche poichè zeppo di amianto. Ma anche i vecchi edifici di via Verdi, con il palazzo della radio pressochè inutilizzato. Dall’azienda però arrivano anche risposte combattive: c’è chi fa notare come a Torino si producano tutti i contenuti delle tv per ragazzi, ma non solo, anche i promo aziendali e diverse altre trasmissioni di buon successo, con delle eccellenze tecnologiche senza pari in Italia. La partita sulla Rai sarà ancora lunga e non si chiuderà certo a colpi di “tagli”, nè tantomeno di dichiarazioni roboanti.
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