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#Elezioni2014 Lettera aperta del Rettore dell’Università di Torino e degli studenti ai candidati alla presidenza della Regione

Gabriele Farina

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gianmaria-ajaniRiceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che il Rettore dell’Università degli Studi di Torino Gianmaria Ajani ha indirizzato ai candidati alla presidenza della Regione Piemonte. La lettera è firmata anche da Ludovico Astengo, Presidente del Consiglio degli Studenti dell’Università degli Studi di Torino e Stella De Luca e Francesco Vincenzo Surano, Rappresentanti degli Studenti nel Consiglio d’Amministrazione dell’Università degli Studi di Torino.

Alla cortese attenzione dei candidati alla Presidenza della Regione Piemonte. L’appuntamento elettorale per la nostra Regione consente di riflettere sulle prospettive per la costruzione di un nuovo e proficuo dialogo tra governo del territorio e Università.

Come organi di governo e rappresentanti degli studenti dell’Università degli Studi di Torino crediamo siano da discutere ed affrontare alcuni temi strategici riguardanti il rapporto tra Università pubblica ed Enti locali, un rapporto che si è rivelato sempre più difficile negli ultimi anni. Punto di partenza per noi essenziale è che le politiche regionali, così importanti per molti aspetti sul territorio, siano riconosciute da studenti, ricercatori, precari, professori, come incisive per loro esistenza.

L’elenco è lungo e individua una serie di temi che possono rappresentare un vero e proprio programma del nuovo governo regionale nei confronti dell’Ateneo e del suo sviluppo: il tema della mobilità, che necessita di una significativa riorganizzazione a sostegno dei pendolari dell’università; la costruzione di forme di connessione con il territorio durante tutte le fasi del percorso di vita e di formazione degli studenti e dei lavoratori (orientamento in entrata, sostegno nel mondo del lavoro per i neolaureati, tirocini e stage); il sostegno e il finanziamento della ricerca di base; la riorganizzazione e la riqualificazione degli spazi.

In termini di rilevanza strategica per un’Università e un territorio che intendono qualificarsi nella formazione e nella cultura, attirando un sempre maggiore numero di studenti, risulta essere di primaria importanza il tema del diritto allo studio, la cui condivisione è essenziale per poter ricostruire quanto si è perduto. Ad oggi la situazione è drammatica e negli ultimi quattro anni la copertura di borse di studio si è dimezzata. È urgente un profondo rifinanziamento della voce di spesa, per garantire il concreto godimento di questo diritto. Solo quando ciò avverrà, si potrà riaffermare un’alternativa allo strumento del prestito d’onore, forma di indebitamento dei nostri studenti che mal si adatta alla realtà italiana.

Diritto allo studio significa innanzitutto ristabilire tetti di spesa che garantiscano l’effettiva pratica del diritto stesso, tuttavia il suo senso complessivo va integrato da una serie di interventi:
a) la riforma della governance dell’Ente per il Diritto allo Studio (EDISU): in chiusura di legislatura, con metodo discutibile, il Consiglio Regionale ha approvato la riforma dell’Ente senza accogliere le proposte di modifica portate dagli Atenei piemontesi, e volte a garantire una degna rappresentanza degli stessi e delle loro diverse componenti nel Consiglio di Amministrazione dell’EDISU;
b) la valorizzazione di un ente strategico come l’Osservatorio Regionale per il Diritto allo Studio, affinché possa di nuovo essere una voce di stimolo alle politiche regionali tramite il suo contributo di ricerca e approfondimento dei temi del Diritto allo Studio.
c) la riscrittura del bando per le borse di studio per il 2014/2015: non ci pare infatti accettabile la conferma di un bando che, unico in Italia, prevede dei criteri di esclusione ulteriori rispetto a quelli previsti dal DPCM 390/2001 (che garantisce l’accesso alle graduatorie solo in base criteri di reddito ISEE e crediti formativi conseguiti); va, inoltre, superato il limite incongruo delle medie ECTS. Si tratta di una serie di questioni che solo una volontà politica forte potrà affrontare con risultati utili già per il prossimo anno accademico.

La ricostruzione di un effettivo Diritto allo Studio, coerente con la norma della Costituzione, è, a nostro avviso, il punto di partenza per un rapporto proficuo tra Università e Regione.
Vista l’urgenza dei temi, confidiamo che questa lettera aperta sarà capace di influenzare il dibattito pubblico e di suscitare il doveroso interesse da parte di chi intende impegnarsi nella gestione politica e amministrativa del nostro territorio.

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