Politica
A Nichelino un 1 maggio di imbarazzo e rabbia: tensione in piazza, insulti fra sindaco e cittadini
Non solo a Torino, con gli scontri di cui stiamo dando continuo aggiornamento, ma anche nella prima cintura del capoluogo le celebrazioni del 1 maggio hanno coinciso con momenti di tensione, pur se di tutt’altro genere. A Nichelino, il corteo di partiti e associazioni ha messo in atto la consueta sfilata, quindi – una volta giunti in piazza – ha dovuto attendere l’arrivo del sindaco Pino Catizone, un’attesa che già da sola è bastata per giustificare i primi nervosismi; ma non appena il primo cittadino ha preso la parola, una parte delle delegazioni presenti – quella delle liste Fattori – per protesta ha abbandonato la manifestazione e se n’è andata.
Dopo il breve discorso – con ovazione annessa – di un anziano partigiano nichelinese, il candidato alle prossime europee ha ripreso la parola, beccandosi alcuni fischi alla dichiarazione “per esser di sinistra non bastano le bandiere rosse”. Alle urla “Vai a lavorare” di parte della folla, il sindaco ha risposto per le rime (“Io lavoro 20 ore al giorno, cioè più di tutti voi”, all’indirizzo dei contestatori). Fischi e parole che volavano da una parte all’altra, fino a quelle “grosse”: una signora particolarmente inviperita, che insisteva per mostrare all’oratore le bollette e i costi che deve sostenere per il diritto alla casa, appallottola i fogli e li lancia contro Catizone, che a quel punto sbotta in un (testuale): “Vai a c…re, cretina”. Centinaia di manifestanti esplodono in urla e insulti, costringendo di fatto il sindaco a lasciare il palco; e il 1 maggio di Nichelino si conclude così, fra l’imbarazzo di tutti i presenti.
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