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Asti: scoperto appartamento trasformato in piantagione di marijuana. Ogni stanza era adibita alla crescita delle piante

Redazione Quotidiano Piemontese

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 La questura di Asti ha scoperto un traffico di stupefacenti la cui base si trovava in un appartamento astigiano in piazza Leonardo da Vinci. Dallo stabile si notava un continuo via vai di persone, ad orari diversi e frequenti. L’attività investigativa, fatta di monitoraggio del condominio, ha permesso di notare un tubo flessibile all’esterno di una finestra dell’appartamento in questione. Tubo flessibile in alluminio, del tutto simile a quello utilizzato dai climatizzatori portatili che, data la stagione, non era giustificabile, così come le tapparelle sempre chiuse. A quel punto i militari hanno individuato e identificato Michele Gramaglia, 24enne originario di Carmagnola, nel torinese, incensurato, disoccupato e insospettabile. Abitava nella casa astigiana con la madre. Sospettando la presenza di stupefacenti nell’abitazione, gli investigatori l’hanno perquisita davanti al ragazzo e alla donna. Tre delle cinque stanze erano destinate e attrezzate, con materiali professionali, alla coltivazione della marijuana. Una stanza era adibita alla coltivazione di 33 piante, attraverso un tendone professionale GrowBox, fornito di telo riflettente che permette la rifrazione della luce del 98%, provvisto di lampade a spettro di color arancione, ad alta pressione, munite di riflettori per l’accrescimento dei vegetali.

La ventilazione era garantita da ventilatori interni mentre l’immissione di aria avveniva tramite il tubo flessibile in alluminio avvistato dagli investigatori e visibile da piazza Leonardo da Vinci. L’irrigazione, la temperatura e l’umidità erano prodotti e tenuti sotto controllo per mezzo di strumenti professionali.

 Le piante erano contenute in vasi di tessuto geotessile, per la massima traspirazione, mentre la crescita veniva favorita da fertilizzanti e stimolatori di fioritura. Il giovane aveva anche creato dei “cloni”, le cosiddette “talee”, prelevando rami di piante vive, messi a radicare in vaso per la successiva crescita, ottenendo così piante con medesime caratteristiche, per resa e qualità, di quella originale, a differenza della pianta da seme di cui le caratteristiche rimangono ignote.

Lo sgabuzzino era impiegato come essiccatoio ed erano presenti 372 grammi di foglie provenienti dalla parziale potatura di 3 piante, “stese” sullo stendino per gli indumenti. Nella camera da letto, si trovava una scrivania attrezzata per la preparazione, misurazione del peso e confezionamento dello stupefacente, allestita con un Pc, una pentola, un colino contenente foglie già in essiccazione, alcool al 95% per ricavare il principio attivo, forbici, sacchetti, rullo di cellophane, barattoli etichettati e un bilancino di precisione. Sono state sequestrate anche 2 confezioni in cellophane di 1 grammo ciascuna, contenenti marijuana, pronte per la vendita, e numerosi semi conservati. Oltre ai 372 grammi in essiccazione sono stati trovati 150 grammi di droga in vari contenitori, per un quantitativo totale di oltre mezzo chilo.

Tenuto conto che le 33 piante, pronte per la raccolta, avrebbero prodotto circa un chilo e mezzo di sostanza stupefacente, il quantitativo sul mercato dello spaccio al dettaglio sarebbe stato di 2kg, circa in totale ed avrebbe reso 20mila euro. Oltre a tutto questo, i militari hanno sequestrato un ulteriore tendone GrowBox ancora imballato, nonché gli strumenti necessari al suo allestimento, numerosi vasi vuoti in tessuto geotessile, 150 litri di terra pre-fertilizzata, 25kg di vermiculite (minerale sgretolato che permette di trattenere l’umidità), numerosi fertilizzanti e stimolatori, materiale destinato alla predisposizione di un’altra serra.

Gramaglia è stato arrestato per coltivazione di sostanza stupefacente, mentre la madre risulta indagata a piede libero per il medesimo reato. Per il sequestro e l’archiviazione dei dati sono state necessarie sei ore di lavoro nell’appartamento di Asti.

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