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Ambiente

Fissore (Pd): “Mai più nuove Green Hill in Italia”. Una nuova legge vieta l’allevamento di cani e gatti destinati alla vivisezione. E non solo…

Redazione Quotidiano Piemontese

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cane capodannoMai più nuove Green Hill in Italia. Il nostro Paese si adegua alle normative europee e compie un passo avanti importante nella tutela degli animali, vietando l’allevamento di cani e gatti destinati alla vivisezione per scopi di ricerca farmacologica e scientifca. La notizie, persa tra le mille polemiche politiche di questo periodo, è sottolineata dalla senatrice del Pd torinese, Elena Fissore, una delle parlamentari che ha contribuito in prima persona alla scrittura di questa norma: “Si tratta di un provvedimento importante che adegua il nostro ordinamento alla direttiva comunitaria in materia di ‘vivisezione’ introducendo, anche attraverso emendamenti da me presentati e con il supporto attivo della LAV (Lega Anti Vivisezione), alcuni criteri più rigidi e tutelanti per gli animali orientando la ricerca all’impiego di metodi alternativi. Il decreto legislativo sulla vivisezione afferma il principio che l’utilizzo degli animali vivi a fini scientifici è consentito solo quando non sia possibile utilizzare un metodo alternativo di sperimentazione scientificamente valido e pone l’obiettivo di ridurre il numero degli animali impiegati nelle vivisezione fino alla completa sostituzione degli stessi quando ciò sarà scientificamente possibile”.
Queste le novità più significative:
– viene sancito il divieto di allevare cani, gatti e primati da laboratorio. Questo significa che non avremo mai più casi come quello di Green Hill, dove i beagle venivano allevati appositamente per essere destinati ai test. Inoltre, gli altri animali utilizzabili nelle procedure devono provenire esclusivamente da stabilimenti autorizzati: non è possibile esercitare attività di allevamento, fornitura o utilizzazione di animali per test scientifici senza un’apposita autorizzazione che deve essere rilasciata dal Comune dove l’allevamento ha sede o dal Ministero della salute nel caso di stabilimento utilizzatore. In tali stabilimenti sarà obbligatorio istituire un organismo preposto al benessere degli animali, e sono previste regolari ispezioni;
– divieto tassativo ed inderogabile di test su animali randagi e animali selvatici appartenenti alle specie domestiche;
– divieto di effettuare esperimenti su animali appartenenti alle specie in via di estinzione, sulle scimmie antropomorfe e sugli animali prelevati allo stato selvatico (fatta salva l’autorizzazione del Ministero della Salute in via eccezionale);
– divieto di effettuare esperimenti su animali per scopi bellici (produzione e controllo di materiale bellico) e per scopi didattici (ad eccezione dei corsi universitari per la medicina veterinaria). Dal 1 gennaio 2017, e previo riconoscimento di  metodi alternativi , saranno vietati anche i test  per le sostanze d’abuso (droghe, alcool, tabacco), per gli xenotrapianti (trapianti di organi o tessuti animali);
– divieto di eseguire sugli animali interventi che li rendono afoni e divieto di riutilizzo dell’animale in esperimenti con livello di dolore grave.
Sottolinea la senatrice Fissore: “Dal momento che l’obiettivo fissato dalla nuova normativa è quello della progressiva riduzione del numero degli animali utilizzati a fini sperimentali, fino alla loro completa sostituzione con metodi alternativi, viene istituito un Comitato nazionale per la protezione degli animali usati a fini scientifici e un Fondo per lo sviluppo di metodi alternativi che non prevedano l’uso di animali o comportino procedure meno dolorose”.

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