Cronaca
Centomila persone manifestano a Latina contro la mafia. Don Ciotti: “Basta parole, servono più fatti”
Centomila persone hanno invaso Latina per la manifestazione in ricordo delle vittime della mafia organizzata da Libera. Dal palco della manifestazione è stato letto l’elenco di 900 vittime innocenti delle mafie. Tra questi, 189 militari e forze dell’ordine, 25 magistrati e avvocati, 154 deceduti per pallottole vaganti o per uno scambio di persona, 67 vittime innocenti uccise perche’ parenti di mafiosi o testimoni scomodi, 107 persone esposte a racket e pizzo, 88 sindacalisti e contadini, sette lavoratori nella sanità uccisi perche’ si opponevano alla corruzione, 12 giornalisti e 80 minorenni. Libera chiede “verità e giustizia” per le stragi e le vittime perché, fa sapere, il 70% dei familiari delle 900 vittime innocenti ancora non conoscono la verità. “Il modo di fare memoria per le vittime della mafia – ha affermato don Luigi Ciotti, fondatore di Libera – è quello di impegnarci 365 giorni all’anno. Nel nostro Paese la legalità è sulla bocca di tutti, anche di chi la calpesta quotidianamente. La storia dell’Antimafia, questa parola, e’ una espressione che e’ diventata piu’ un luogo comune: a parole tutti, in Italia, dicono che si impegnano contro la mafia ma bisogna farlo davvero, tutti i giorni”.
“Siamo qui a Latina anche per chiedere giustizia per Don Cesare Boschi – ha aggiunto don Ciotti – perche’ dalla sua finestra vedeva camion che quotidianamente arrivavano a Latina e che trasportavano fusti tossici ed e’ morto in circostanze ancora da chiarire. Anno dopo anno – ha aggiunto Don Ciotti – e’ cresciuta la coscienza in tanta gente: sono migliaia le scuole che portano avanti progetti in tutta Italia. Ecco la cultura puo’ dare una sveglia alle coscienze”. Il riferimento di Don Ciotti a Don Cesare Boschin riguarda il parroco ucciso in circostanze misteriose a Borgo Montello nel 1995. Le indagini non hanno mai chiarito la reale dinamica di quel delitto anche se era noto l’impegno del sacerdote contro il traffico di rifiuti in provincia di Latina e contro i camion che arrivavano, di notte, in quegli anni, a scaricare nelle discariche di Borgo Montello alle porte di Latina. Traffici, quelli che denunciava Don Cesare Boschin prima di morire, ai quali fecero poi riferimento numerosi pentiti di mafia.
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