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Biella

Fermata la banda dell’anello che operava nel vercellese e nel biellese. Tentata truffa anche a un finanziere in borghese

Redazione Quotidiano Piemontese

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anelloUna lunga scia di tentate truffe ai danni di ignari cittadini si è conclusa lunedì 17 marzo a Vercelli. I truffatori operavano su tutto i l territorio vercellesi e biellese adottando sempre lo stesso modus operandi. Fermavano un uomo o una donna della zona presa di mira e con motivazioni varie, del tipo “auto in difficoltà, ferma a bordo strada”, “non ho soldi e devo fare benzina”, “mio figlio è in ospedale e non ho denaro con me per raggiungerlo” con successiva offerta di acquisto di monili d’oro che l’incauta persona comprava pensando di fare un affare. A bloccare gli originali truffatori è stata la guardia di finanza e la polizia di Stato della questura di Vercelli. Un finanziere, libero dal servizio, quindi in borghese, ha notato un automobilista in panne lungo la strada, insieme ad altre persone e, senza specificare di appartenere all’Arma, si è offerto di aiutarli. A quel punto, il gruppetto di delinquenti ha iniziato ad elencargli una serie di problemi, come da copione, per poi arrivare all’offerta dei gioielli. Il militare, intuendo la truffa, ha continuato a fingersi interessato con l’intento di capire fin dove sarebbe giunta l’inventiva dell’automobilista, il quale, visto l’interesse manifestato da quello che credeva un “pollo”, ha tirato fuori altri monili d’oro. Dato l’evolversi dei fatti, il finanziere si è qualificato mostrando il proprio tesserino, e a tal punto, uno dei sorpresi truffatori, ormai scoperti, ha tentato la fuga. 

Il militare, però ha raggiunto il primo malfattore. E’ nata una colluttazione nella quale ha avuto la peggio il truffatore, poi ha fermato anche il secondo, rimasto nella vettura e, nel frattempo ha allertato il comando. A quel punto, proseguendo nelle indagini si è scoperto che il gruppo di falsi automobilisti in panne, sono in realtà la cosiddetta “banda dell’anello”.  Gli accertamenti hanno consentito di verificare che sul veicolo usato dai truffatori romeni pendeva anche una ricerca in corso, visto che i due automobilisti vantano numerosi precedenti penali a loro carico per reati contro il patrimonio, con molti alias. Grazie alla perquisizione personale, prima ad uno, poi all’altro pregiudicato, sono stati rinvenuti un anello, una collana di colore giallo, 120 euro e due carte di credito, nonché un ulteriore anello, un’altra collana, un bracciale di colore giallo, una carta con banda magnetica.

Tutto il materiale, compreso il flacone di liquido lucidante per metalli, per rendere brillanti pezzi che tali non sono, rinvenuto all’interno dell’autovettura, è stato sequestrato. I reati imputati riguardano tentata truffa e resistenza a pubblico ufficiale, perché uno dei due ha insultato i militari della volante intervenuti e tentato di aggredirli.

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