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Ambiente

In commissione ambiente alla Camera una moratoria M5s per fermare gli inceneritori

Gabriele Farina

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inceneritore-termovalorizzatore-gerbidoLo scorso 5 marzo è approdata alla Commissione Ambiente della Camera la risoluzione 7-000150, che riguarda una moratoria per la costruzione di nuovi impianti di incenerimento presentata dal Movimento 5 Stelle, il primo firmatario è Massimo De Rosa. Sul suo blog Giorgio Bertola ricorda la situazione degli inceneritori di Vercelli e Torino e spiega nel dettaglio cosa comprende la risoluzione e quali sono le proposte, pur ammettendo di avere poche speranze che l’obiettivo venga raggiunto.

Questi gli impegni chiesti dalla risoluzione al Governo:

– Assumere iniziative dirette a riconvertire i vecchi impianti di incenerimento in centri di compostaggio, riciclaggio ed impianti per il TMB (trattamento meccanico biologico) a freddo allo scopo di recuperare ulteriore materia da avviare a riciclo e non alla combustione (CDR e CSS) e per stabilizzare il restante, posto che questo tipo di impianti sono meno costosi, creano più occupazione ed hanno un impatto ambientale nullo;
– Individuare sistemi premiali per la raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani da parte dei comuni e delle società di erogazione di tali servizi, anche attraverso sistemi di tariffazione puntuali, al fine di raggiungere le percentuali di RD previste dalla legge;
– Assumere iniziative per azzerare progressivamente le discariche, contestualmente disponendo una moratoria per i nuovi impianti di incenerimento e l’eliminazione di tutti gli inceneritori entro il 2020, attraverso la riconversione industriale verso impianti di riciclo e recupero di materia, come già previsto ai punti 12 e 33 della risoluzione del Parlamento europeo del 24 maggio 2012, “Un’Europa efficiente nell’impiego delle risorse”;
– Valutare complessivamente l’impatto che ciascun fattore antropico può produrre sull’ambiente, con particolare riguardo alla tecnologia, al lavoro, alla produzione di energia e all’urbanizzazione, sulla base dei principi e delle azioni che garantiscono benefici alla salute delle persone, come previsto dalla Carta di Ottawa per la promozione della salute del 17-21 novembre 1986 (…);
– Garantire ai cittadini l’accesso alla giustizia, alle informazioni ambientali ed a tutte le fasi del processo decisionale autorizzativo per nuovi impianti di trattamento ed al monitoraggio degli impianti attualmente in esercizio, come già previsto dalla Convenzione di Aarhus del 26 giugno 1998.

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