Ambiente
In Piemonte il primato di linee ferroviarie abbandonate (grazie ai tagli della Regione)
Il Piemonte, insieme alla Sicilia, detiene il numero maggiore di ferrovie dismesse in Italia: 27. Il dato si ricava consultando l’elenco del sito “ferrovie abbandonate”. Un primato raggiunto, a guardare gli anni di chiusura, dopo i tagli adottati negli ultimi tempi da parte della Regione. Eppure, in passato il Piemonte puntò molto sullo sviluppo dei binari. Lo testimoniano le statistiche della strada ferrata in Italia secondo cui il Piemonte è la regione italiana con la rete ferroviaria più estesa, seguita dalla Lombardia con 1870 km di linee. Siamo così di fronte a due primati che il Piemonte, se venisse confermata la tendenza degli ultimi anni, rischierebbe di rafforzare nel primo caso e di perdere nel secondo. Ma una ferrovia, una volta abbandonata, muore per sempre? Non è detto. Il prossimo 2 marzo sarà il giorno delle ferrovie dimenticate. Domenica in tutta Italia si celebrerà infatti la settimana Giornata nazionale delle Ferrovie Dimenticate, promossa dall’associazione Co.Mo.Do. (Confederazione Mobilità Dolce).
Se da un lato il 2 marzo sarà una giornata all’insegna di visite guidate, escursioni, itinerari turistici, culturali e storici, passeggiate in bici, a piedi o a cavallo lungo le vecchie linee dimenticate, dall’altro sarà anche l’occasione per chiedere interventi sul tema ferrovie dismesse e più in generale sulla mobilità sostenbile in Italia. Il “tesoro” delle ferrovie dimenticate, come dicevamo all’inizio, rischia infatti di “arricchirsi” viste le scelte adottate da alcune regioni negli ultimi anni, con il Piemonte capofila nel taglio dei binari. Le geografia dei tagli è stata tracciata recentemente dal dossier Pendolaria. “Nel 2012 – ricorda Legambiente – la Regione Piemonte ha scelto di sospendere la circolazione dei treni su ben 14 tratte (pari ad un quarto della rete subalpina) per recuperare somme (per altro irrisorie: si parla di circa 8 milioni di euro) destinate a tamponare le falle di bilancio provocate da ben altri sprechi. Ma anche in Abruzzo, in Campania ed in Calabria si è assistito ad uno stillicidio di “sospensioni”, mentre in Friuli (Sacile-Gemona) ed in Sicilia (Caltagirone-Gela) guasti subiti dall’infrastruttura hanno fornito il pretesto per l’interruzione “sine die” del servizio. Nel Lazio, tra Roccasecca ed Avezzano, addirittura Rfi ha invocato la mancanza di fondi per l’ordinaria manutenzione (che contrattualmente dovrebbe essere a carico dell’azienda) per sospendere l’esercizio. Allo stato attuale circa 1.300 chilometri di linee (in gestione a Trenitalia, alla Sangritana ed alle Ferrovie della Calabria) risultano “sospese”. Dati preoccupanti che indicano la necessità di un cambio di rotta”.
Nel corso della giornata del 2 marzo, Legambiente ha annunciato, inoltre, che lancerà un appello al Governo affinché venga garantita la manutenzione ordinaria delle linee ferroviarie chiuse al traffico, una “azione fondamentale per non pregiudicare definitivamente le possibilità di ripristino dell’esercizio ferroviario”.
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