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Dopo i 12 mila in piazza a Domodossola in difesa dei servizi sul territorio – video

Redazione Quotidiano Piemontese

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domodossola-in-piazzaSono arrivati in piazza sabato 15 febbraio in migliaia a Domodossola con i sindaci, le associazioni, i comitati, volontari e famiglie. Secondo gli organizzatori erano 12 mila, per le forze dell’ordine erano 5 mila. In ogni caso una fiumana di cittadini in corteo con in prima fila alpini e donne in costume, poi i gonfaloni e sindaci.per gridare il no al taglio dei servizi e al ridimensionamento della Valdossola.  Il corteo si era snodato da piazza Matteotti, fino all’ospedale San Biagio attraversando il centro storico. La marcia ha voluto rappresentare la difesa dei servizi sul territorio  per riuscire a dare un forte segnale di unità delle valli ossolane. Davanti all’ospedale c’è stato il discorso del presidente della Comunità montana Giovanni Francini e del sindaco di Domodossola Mariano Cattrini.

E ora Uncem Piemonte pensa ad altre iniziative del genere:

La manifestazione di Domodossola, ieri pomeriggio, con diecimila persone in piazza, è solo la prima di una serie di analoghe iniziative che toccheranno tutto il Piemonte. Lo annuncia l’Uncem Piemonte, presente ieri nel capoluogo Ossolano all’evento che ha segnato una svolta nelle politiche – non solo locali – per la montagna.

“Dodicimila persone in piazza – commenta il presidente della Comunità montana Giovanni Francini, vicepresidente Uncem Piemonte – dimostrano quanto sia necessaria la compattezza di un intero territorio, composto da Comuni, imprese, associazioni, per vincere le sfide del presente e del futuro. Da soli non si va lontani. L’evento di ieri lo conferma. Questa è la montagna che vogliamo. Coesa e unita. Insieme a difendere i servizi, in primis ospedale, trasporti, scuole, e insieme a puntare sullo sviluppo economico. Siamo determinati a bloccare l’esproprio delle risorse come l’acqua, senza che questa determini crescita e lavoro per il nostro territorio. Non possiamo più accettarlo. Ieri, la carica propulsiva di passione che ha inondato Domodossola dimostra che abbiamo proposte e idee per far vivere la montagna, i nostri Comuni. Non chiediamo assistenza o elemosine. Vogliamo essere ascoltati da quanti a Torino e a Roma hanno responsabilità politiche e istituzionali. Per questo, con gli Stati generali dell’Ossola chiameremo a raccolta tutti i potenziali costruttori di una strategia comune da presentare sulle scrivanie dei palazzi del potere. Perché quella che è sfilata ieri è certamente l’Italia migliore”.

“Nel momento di massima schizofrenia della politica nazionale e di crisi delle istituzioni – evidenzia Enrico Borghi, deputato e sindaco di Vogogna – ancora una volta la montagna dimostra cosa è capace di fare, organizzandosi e creando un evento che decisamente può cambiare le sorti di un territorio puntando sulla coesione sociale e sull’unità di intenti nel raggiungimento di obiettivi comuni. I Comuni sono e resteranno il soggetto istituzionale più vicino ai cittadini. Per questo chi come me ha responsabilità a Roma, in Parlamento, deve ascoltare il grido di aiuto degli amministratori e capire fino in fondo le istanze della gente. Non abbiamo tempo da perdere. L’Ossola e le altre aree montane del Piemonte sono l’Italia vera, l’immagine positiva del Paese. Non vanno lasciate sole. Su risorse naturali, competitività, trasporti, commercio, politiche del lavoro, dobbiamo agire subito valorizzando le esperienze maturate in questi anni sul territorio montano e lanciandole come esempio per il Paese”.

L’Uncem si è messa al lavoro per costruire su tutto il territorio piemontese dieci eventi come quello di Domodossola. “Questa mobilitazione è esportabile – afferma Lido riba, presidente Uncem Piemonte – Ce lo chiedono gli amministratori locali e i cittadini. Ce lo chiede la montagna. Non possiamo più sopportare il furto legalizzato di risorse naturali, come l’acqua per la produzione idroelettrica nell’Ossola, in valle Orco, in valle Gesso, nelle Valli di Lanzo, senza l’adeguato compenso per la forza di gravità e l’oro blu stesso messi a disposizione delle Terre Alte. Subiamo processi da economia coloniale. E non vogliamo essere le vittime sacrificali della finanza che investe nelle multinazionali dell’energia, capaci di lasciare solo le briciole alla popolazione montana. Scenderemo ancora in piazza, nei prossimi mesi. A Cuneo, Saluzzo, Torino, Alessandria, Biella, Vercelli. Diremo no alle prese in giro delle politica concentrata su Torino e sui centri urbani, che dimentica le vallate alpine e la montagna. Dimostreremo la nostra forza, come avvenuto ieri a Domodossola. Dodicimila persone sono lo specchio di una montagna che non si arrende e che dopo gli attacchi subiti si rialza e guarda avanti”.

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