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Economia

Presentata la Fondazione Make in Italy Cdb onlus: i maker per un nuovo made in Italy

Redazione Quotidiano Piemontese

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massimo-banziE’ stata presentata a Torino, in occasione del secondo compleanno di Officine Arduino e di Fablab Torino, primo Fablab, la Fondazione Make in Italy Cdb onlus, promossa da Massimo Banzi (nella foto), Carlo De Benedetti e Riccardo Luna, per contribuire alla crescita di un nuovo made in Italy. La fondazione senza fini di lucro è stata costituita rafforzare il movimento dei makers, per diffondere il valore della rete e della cultura digitale e per far crescere la rete dei Fablab.  Grazie alla digital fabrication oggi tutti sono potenzialmente designer e produttori e questa rivoluzione tecnologica premia una delle caratteristiche storiche degli italiani: la creatività.

Gli obiettivi di Make in Italy Cdb onlus sono quelli di aiutare chi non ha mezzi per esprimere il proprio talento, sostenere i sogni e i bisogni degli innovatori migliori, e soprattutto lavorare sulle competenze digitali degli italiani. Il board della Fondazione è costituto da: Massimo Banzi, presidente; Carlo De Benedetti, presidente onorario; Riccardo Luna, vice presidente; Barbara Ghella e Zoe Romano. È stato inoltre costituito un honorary board composto da alcuni adolescenti dai 14 ai 19 anni, tra cui Cesare Cacitti e Rebecca Zamperini. La Fondazione si avvarrà del contributo di Alessandro Ranellucci e Massimo Menichinelli, da anni impegnati nel movimento makers.

Carlo De Benedetti, durante la conferenza stampa di presentazione della neonata onlus, ha dichiarato: “Il problema principale di questo paese è il lavoro, è necessario un cambiamento culturale a partire da esso e che il problema della disoccupazione si affronti rimettendo al centro il lavoro e l’uomo.  Con la nascita della Fondazione Make in Italy Cdb onlus “vogliamo far scoprire all’Italia che esistono tecnologie alla portata di tutti che possono generare un lavoro nuovo, un lavoro per l’uomo, e far emergere questa energia formidabile, diffusa su tutto il territorio, ma che il Paese non conosce perché la combinazione uomolavoro tecnologia attiva nei Fablab è ciò che ci farà ripartire”.

Secondo Riccardo Luna, la Fondazione nasce dalla consapevolezza che sia necessario:“Ripartire da un nuovo Made in Italy, ovvero il talento italiano, il nostro saper fare, unito alle meraviglie della digital fabrication”.

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