Cuneo
Boss in incognito: su Raidue il manager dei rifiuti piemontesi e di mezza Italia. Ma chi è davvero Giovanni Battista Pizzimbone?
Ieri sera è andata in onda su Raidue la seconda puntata del nuovo programma “Boss in incognito”, condotto da Costantino della Gherardesca. Il programma, ripreso da un format internazionale di grande successo, mostra settimanalmente un manager di alto livello che decide di smettere i panni dell’imprenditore di successo e di vestire quelli di un dipendente. Camuffato ed in incognito, il boss in questione passa alcuni giorni tra i suoi stessi dipendenti per scoprire punti di forza e criticità della propria azienda; poi, in pieno stile disneyano, si svela ai propri sottoposti che con lui si erano confidati e li premia per la loro dedizione alla causa.
Programma interessante, apprezzato a livello internazionale dall’Huffington Post (“il programma più sovversivo della televisione”) e definito dal noto critico televisivo Aldo Grasso come il più azzeccato dalla seconda rete Rai, nella puntata di ieri si è visto molto Piemonte. Protagonista di giornata era Giovanni Battista Pizzimbone, detto Gibi, presidente della Biancamano S.p.A., società capofila di un gruppo leader nel settore dell’igiene ambientale con un fatturato di 250 milioni di euro l’anno. Il manager, nato a Savona nel ’66, lavorativamente parlando deve tanto alla “sua” Liguria, quanto alla nostra regione, dato che nel suo curriculum il Piemonte ritorna a più riprese. A Torino, infatti, un giovanissimo Gibi inizia la sua carriera imprenditoriale creando un’azienda di costruzioni, la Eurocostruzioni, poi si innamora, parole sue, dello smaltimento rifiuti e diventa socio della cooperativa “L’arciere” a Vercelli. Nel 1996, a soli trent’anni, accetta la responsabilità di dirigere, con il fratello la Ponticelli, società imperiese che gestisce una discarica e la raccolta di immondizia di oltre quaranta comuni della zona. Insieme a lui il fratello Pier Paolo ed il padre Emanuele, finito sotto inchiesta per l’appalto della discarica vercellese ai tempi di Mani Pulite, poi assolto.
Grazie alla Ponticelli arrivano i soldi veri, un giro d’affari che tocca i 25 milioni di euro con l’espansione in mezza Liguria e altre regioni. Ad esempio la Sicilia dove, grazie all’appoggio di Dell’Utri, il fratello Pier Paolo, allora fidanzato con Barbara D’Urso, viene candidato per Forza Italia alle politiche del 2008 (sarà il primo dei non eletti) e sbarca sull’isola anche a livello imprenditoriale, accaparrandosi, come unico concorrente, l’appalto per l’Ato, ambito territoriale ottimale, di Catania, a cui si aggiungeranno a strettissimo giro di posta Caltagirone e Caltanissetta.
Nel frattempo, è il 2004, la famiglia Pizzimbone ha creato la Biancamano, con presidente sempre il nostro Giovanni Battista che, in pochi mesi acquisisce prima la Ponticelli, poi la Aimeri Ambiente, colosso dell’igiene urbana nata a Mondovì e diffusasi poi in tutto il Piemonte, con un fatturato da 50 milioni di euro.
I problemi grossi arrivano nel 2008: la Guardia di Finanza pone sotto sequestro la discarica di Ponticelli per presunte violazioni ambientali. Il pm Filippo Maffeo indaga infatti sulla stabilità di alcuni terreni utilizzati per stoccare i rifiuti, sull’effettivo possesso di quei terreni da parte dei Pizzimbone, sulle fuoriuscite di percolato che inquinano alcuni rii circostanti e sulle autorizzazioni e proroghe che, nel corso degli anni, hanno
permesso a Gibi e alla sua società di continuare ad utilizzare un sito, la discarica di Ponticelli, che risultava già esaurito al momento dell’acquisizione, nel ’96. Una vicenda molto sentita ad ogni livello dell’opinione pubblica e per la quale si muovono l’allora presidente della Regione Liguria Claudio Burlando, Claudio Scajola e persino Striscia la Notizia. Risultato: il problema occupazionale, messo in primo piano dai Pizzimbone, vince contro i problemi ambientali e burocratici, la discarica viene riaperta a tempo di record e il pm Maffeo sospeso internamente alla magistratura per presunte molestie via sms alla collega pari grado Paola Marrali.
Ieri sera, il “boss in incognito” ha mostrato un lato molto umano, personale e finanche empatico con i propri dipendenti. Li ha ascoltati, ha lavorato fianco a fianco con loro, a spazzare le foglie per strada o a lavare i cassonetti dell’umido, risultando sinceramente simpatico a quasi tutti i telespettatori (qui il link per rivedere la puntata integrale di ieri sera).
Merito (o colpa) delle telecamere non si può sapere, ma le lacrime dei piemontesissimi dipendenti (molti con un marcato accento cuneese) commossi dalla generosità del loro “padrone” (una crociera, un contratto a tempo indeterminato, un aumento di 500 euro in busta paga e regali per i figli sono alcuni dei regali elargiti a fine puntata) sono sembrate autentiche e molto coinvolgenti.
Dei retroscena di Giovanni Battista Pizzimbone, però, era giusto parlarne perchè altrimenti si diventa schiavi del motto che tutto salva, ma tutto appiattisce “The show must go on”.
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