Cronaca
Ogni piemontese ha un debito di 2.300 euro, Regione sotto di quasi 10 miliardi
Non è purtroppo una novità che il Piemonte sia una delle regioni più indebitate d’Italia e che le casse di Cota piangano un rosso, frutto di spese pazze accumulatesi in decenni. Suscita un brivido, invece, vedere l’enormità del debito pubblico piemontese, arrivato, secondo i documenti contabili in via d’approvazione in questi giorni, a 9,7 miliardi di euro.
Ogni piemontese, neonati compresi, ha dunque un debito di circa 2.300 euro e nascere con una taglia del genere sulla testa non presuppone di certo buone prospettive future. Già, perchè ora a preoccupare maggiormente le istituzioni è il futuro e le rate trentennali da pagare per coprire gli interessi di questo rosso da antologia. 335 milioni del bilancio 2013 sono la quota già stimata per rifondere lo Stato e i creditori del capitale e degli interessi e dal 2015 questa somma salirà a 490 milioni annui.
Il valzer delle accuse da campagna elettorale è già partito con il Pd che accusano la giunta Cota di aver aggravato la situazione, indebitandosi nel biennio 2013/’14 di 3,7 miliardi aggiuntivi. Netta la risposta di Gilberto Pinchetto, assessore al bilancio della Regione, che ricorda come nell’ultimo anno “abbiamo recuperato 1 miliardo e 800 milioni di disavanzo ovvero di debiti del loro passato”, attribuendo gran parte della responsabilità alle legislature di Bresso e Ghigo.
Un elemento che sfugge al Pd – commenta Pinchetto – è che il debito complessivo della Regione è la somma dei disavanzi maturati negli esercizi precedenti. Prima di pontificare, insomma, bisognerebbe innanzitutto essere onesti intellettualmente.
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