Cultura
Bambino morto a Borgomanero: la pediatra condannata a pagare 270 mila euro all’Asl di Novara
Risarcimento record per una pediatra di Novara. Era il 2004 quando l’allora 32 enne dottoressa Raffaella Cassone, pediatra di guardia al pronto soccorso dell’ospedale di Borgomanero, visitò un bambino di 12 anni, affetto da forti dolori addominali. La Cassone gli assegnò un codice verde, a bassa priorità non riconoscendo una “invaginazione ileo-iliaca semplice, vale a dire la penetrazione di un tratto di intestino in quello successivo, causa dei dolori, del vomito persistente da due giorni e da un episodio di perdita di coscienza. Il bambino morì sei ore più tardi e ora, dopo che l’Asl di Novara era stata condannata nel 2010 a pagare un risarcimento alla famiglia della vittima, l’azienda sanitaria ha esercitato il diritto di rivalsa e chiede alla pediatra 272.716. La Corte dei Conti ha dato ragione all’ospedale, motivando la sentenza con i
segnali della grave situazione che c’erano ma sono stati sottovalutati o non riconosciuti. La pediatra avrebbe dovuto sostenere l’infusione dei liquidi in modo assai più generoso, somministrandone in quantità ben maggiore e in breve tempo.
I giudici hanno comunque esercitato il potere di riduzione dell’addebito del 50% (infatti la somma definita è l’esatta metà di quanto corrisposto dalla Asl alla famiglia) per “l’oggettiva e notoria situazione di grave difficoltà dello svolgimento delle funzioni lavorative all’interno del Pronto soccorso”, considerando le “particolari condizioni di tempo, essendo Natale” e “la giovane età della dottoressa all’epoca (32 anni)”. Probabile un ricorso del medico.
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