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Crisi per il turismo religioso nella terra dei santi. I gadget di don Bosco non si vendono

Redazione Quotidiano Piemontese

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La crisi economica investe ogni settore del vivere quotidiano, fede compresa e, così, nonostante il periodo di viaggio delle spoglie di don Giovanni Bosco, ancora in corso, per il suo bicentenario della nascita, i gadget legati alla cristianità fanno acqua. E’ il triste bilancio di vendita della comunità del colle don Bosco, in borgata Becchi, frazione Morialdo a Castelnuovo, nell’astigiano. Ciondoli, statuine, magneti per il frigo, collane, calendari, quaderni, croci, libri, etc. per una clientela che diminuisce sempre più. Negli anni, tali oggetti sono sempre stati un punto fermo delle vendite del settore religioso, ma ora pare che soffra la crisi anche tale commercio. Pochi fedeli, infatti, fanno acquisti di souvenir, sia personali che per fare un presente e così le vetrine della bottega del colle, accanto alla basilica, restano impolverate di oggetti, molti dei quali creati proprio per il bicentenario. I pochi acquisti che fanno gli italiani riguardano i prodotti più economici che vanno da 0,50 centesimi a pochi euro. Nessun azzardo per portarsi a casa una statua da 40 euro in su.  Molti i nuovi articoli, anche a prezzi modici per attirare clienti, ma i guadagni relativi al turismo religioso sono scarsi. I turisti visitano il territorio per l’ambiente, la natura, l’enogastronomia lasciando da parte le tappe della terra dei santi.

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