Cittadini
Coppie di fatto: a Torino potranno accedere all’edilizia popolare e gestire il funerale del compagno
Il Consiglio comunale di Torino ha approvato il Regolamento per il riconoscimento delle unioni civili, in cui sono stati integrati i regolamenti per l’assegnazione di alloggi di edilizia sociale e quello dei Cimiteri.
La delibera è stata proposta dai consiglieri Marta Levi, Michele Curto e Marco Grimaldi. La votazione è avvenuta per parti. L’opposizione ha votato favorevolmente alla parte relativa al regolamento Cimiteri, mentre ha espresso voto sfavorevole sul regolamento Casa. E’ un passo in avanti che arriva a tre anni e mezzo dall’approvazione, il 28 giugno del 2010, del regolamento che riconosceva come unioni civili le persone legate da vincoli affettivi coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune e dava la possibilità di ricevere dall’anagrafe un apposito certificato di famiglia anagrafica basata su vincolo affettivo.
Il dibattito in aula in consiglio comunale
Prima della votazione della delibera sull’applicazione del Regolamento delle unioni civili c’è stato un dibattito nel corso del Consiglio comunale.
Ha aperto la discussione la vicepresidente Marta Levi firmataria del documento con i consiglieri Michele Curto e Marco Grimaldi.
Marta Levi – PD
Sono d’accordo con la votazione per parti della delibera. Questa delibera dal Regolamento anagrafico, approvato nel 2010, che impegnava la città a tutelare le unioni civili per evitare discriminazioni.
I regolamenti che necessitano l’adeguamento al Regolamento comunale per il riconoscimento delle unioni civili, sono quello sull’uso degli alloggi di Edilizia pubblica e sull’assegnazione di case in chiave di emergenza abitativa.
Questa materia è normata dalla Legge Regionale che già fa riferimento alla “famiglia anagrafica”.
Per quanto riguarda chi ha diritto a disporre della salma e dei funerali (considerato che la legge fa prevalere la volontà del defunto). La modifica del Regolamento Cimiteri specifica che la legge può intendersi anche come individuazione della persona che disporrà della salma e dei funerali.
Marco Grimaldi – SEL
Ringrazio la vicepresidente Levi e gli Uffici per il lavoro svolto sui Regolamenti. È un grande avanzamento, non solo in termini culturali, ma anche amministrativi, per evitare possibili discriminazioni. È giusto che, in mancanza di politiche nazionali, la Città di Torino si occupi di diritti civili e faccia in modo che ognuno possa scegliere il suo amore e decidere per lui e per i suoi cari, anche defunti. Ancora una volta, Torino si dimostra la capitale dei diritti civili in Italia, abbattendo le barriere del pregiudizio, uscendo dalle barbarie omofobe con risposte civili e solidali. I conservatori, non volendo confrontarsi nel merito, ci dicono che non sono priorità. Peccato che in vent’anni il Parlamento li abbia ascoltati troppo e non abbia mai trovato un’ora di tempo per fare quello che il Consiglio comunale di Torino ha fatto più volte.
Fabrizio Ricca – Lega Nord
Dopo l’ordine del giorno sulla droga libera, nel giorno in cui si pagano profumatamente i nomadi per lasciare i campi, ci mancava un atto del genere, davvero poco importante per la vita della città e i torinesi. Vorremmo invece vedere provvedimenti che hanno un reale impatto economico e occupazionale per Torino. Sono comunque personalmente favorevole alla parte della delibera che riguarda le sepolture, ma non condivido il testo sulle case popolari: c’è già una legge regionale che regola la normativa. Non capisco poi l’urgenza del provvedimento: è una pura “marchetta” politica.
Maurizio Marrone – Fratelli d’Italia
Anche io ritengo vada fatto un distinguo tra la parte che riguarda la disciplina cimiteriale e quella sulle case popolari. E proprio sulla parte inerente le case popolari non posso esimermi da una pesante critica: la pretestuosità di tale proposta era evidente già nella presentazione della prima firmataria, la consigliera Levi. Mi chiedo, ma veramente la disciplina da regolamentare si rivolge alle persone sole? Non era più intellettualmente onesto affermare da subito che ci si rivolgeva alle coppie omosessuali?
Questo poi, non è altro che un testo-manifesto, l’ennesima provocazione ideologica del centrosinistra utile solo per uscire sui giornali. Ma questa è materia per il Parlamento, fatevi eleggere e fate delle proposte di legge o fatele fare ai vostri parlamentari, ma non monopolizzate il tempo del Consiglio comunale, che è un organo amministrativo, solo per mettere bandierine ideologiche.
Silvio Magliano – NCD
Una parte della maggioranza sta cercando legittimamente di affermare un’idea chiara di società, proposta già durante la campagna elettorale per la nostra città. Ma noi abbiamo un’idea diversa! E’ un intervento che serve ad adeguare i regolamenti comunali alla normativa regionale, ma si può essere anche in disaccordo con quella normativa e non votare alcuna modifica. Piuttosto, senza girarci intorno, si parli chiaramente in quest’aula di diritti delle coppie omosessuali. Ma per chi come me, pensa che il matrimonio sia la formula con cui un uomo e una donna si prendono delle responsabilità, il tema dei diritti e doveri per le coppie omosessuali è un tema che va affrontato in modo serio, non per strappare qualche prima pagina sui giornali. E comunque è un tema che deve affrontare il Parlamento, non noi qui, a Palazzo di Città.
Domenica Genisio – PD Oggi non stiamo certo perdendo tempo, ne stiamo trascurando altre cose. Stiamo semplicemente adeguando i Regolamenti comunali per consentire al registro delle unioni civili di essere pienamente funzionante. Un registro che sia nelle condizioni di dare diritti ai conviventi, ma soprattutto un segnale alla collettività e al Parlamento.
Si tratta dunque di atto dovuto e per questo intendo ringraziare la consigliera Levi che ha lavorato all’adeguamento dei Regolamenti comunali. E se anche nel nostro partito ci possono essere opinioni differenti non è questo il caso, trattandosi di un atto dovuto.
Enzo Liardo – NCD
Oggi stiamo per approvare un atto rilevante per le famiglie torinesi. Un provvedimento che in tema di case popolari penalizza le famiglie (più dei single) nella loro dignità. Mi rallegro per il fatto che si è deciso di votare la delibera per parti separate, come proposto dalla minoranza.
Ma in realtà stiamo perdendo tempo, e soltanto perché questa maggioranza cerca le prime pagine ad effetto dei giornali. Altri temi dovrebbero essere discussi da questo Consiglio comunale, un’altra conferma che la città non è ben governata.
Andrea Araldi – PD
La delibera non ci pare abbia un valore particolarmente ideologico. Va a toccare situazioni che, dal nostro punto di vista vanno normate.
In questi vent’anni non si è trovato il tempo per parlare di questi argomenti in sedi più efficaci e competenti come quelle nazionali.
Stiamo parlando di un provvedimento che ha un influsso amministrativo, politico e di costume nazionale, un contributo al cambiamento che avviene con un’azione quotidiana. La delibera non nasce come ideologica ma, se c’è una parte di idee in cui legittimamente ci sono posizioni diverse, noi richiamiamo le nostri posizioni, ritenendo comunque che il vero dibattito debba avvenire a livello nazionale.
Andrea Tronzano – Forza Italia
Alla parte cattolica del Pd e dei Moderati dico che sono in balia di una minoranza che sta introducendo questioni che determinano la decadenza della città. I diritti dei cittadini, la sicurezza, la casa, il lavoro non sono garantiti e noi parliamo di avanguardia.
Ci dilettiamo a parlare di unioni civili che hanno bisogno di regolamentazione ma questa non è la sede idonea. Torino è considerata la città dei Rom, delle droghe libere dove si può fare quello che si vuole, una città senza spina dorsale dove le nostre tradizioni sono frantumate e creano angoscia e smarrimento ai cittadini.
Questa è la società dell’ipocrisia dove una minoranza determina conseguenze devastanti.
Vittorio Bertola – Movimento 5 stelle
Questa discussione mi pare di retroguardia. C’è da chiedersi piuttosto come mai la politica non l’abbia mai affrontato.
La realtà è che negli ultimi 20 anni il numero dei matrimoni si è dimezzato e se sempre più le persone hanno deciso di costituire un legame di amore fuori da esso lo Stato non ha ragione di discriminare tra tali scelte. Se sono oggi poche le persone iscritte nel registro delle unioni civili, questa delibera può essere un incentivo a incrementare le iscrizioni. Voteremo con convinzione a favore.
Silvio Viale – PD
E’ curioso che si parli sconti Imu per i parenti di secondo grado (Tronzano) quando non sappiamo ancora neppure se riusciremo ad assicurarli a quelli di primo grado.
In questi giorni ho mandato una lettera al giornale del Piemonte per replicare a Nosiglia e a Olivero sull’ equazione alcol e cannabis proprio mentre il presidente Obama diceva le stesse cose sul New Yorker.
I vostri discorsi hanno proprio lo stesso tenore di quelli che qui sono stati fatti negli anni ’50: “il problema non è il razzismo – dicevano – i problemi sono altri”.
Il discorso che oggi si conclude è il compimento del lavoro fatto dal Consiglio precedente a partire da una delibera di iniziativa popolare. Saranno forse 150 le persone iscritte nel registro delle unioni civili, di cui le coppie omosessuali non saranno più di un terzo. Ma fossero anche dieci gli iscritti non si può non tenerne conto.
La verità è che se la suora che in questi giorni ha partorito andasse ad abitare con una consorella che abbandoni il convento per aiutarla, voi le neghereste la casa.
Paolo Greco Lucchina – NCD
Non si può evitare di trattare questo tema anche da un punto di vista ideologico, il tema fondamentale è il concetto che si ha di nucleo familiare.
Il mio concetto di famiglia è basato sull’unione tra un uomo e una donna. Il Registro delle Unioni civili fa riferimento a coppie anche dello stesso sesso. Oggi, in quest’aula appare chiaro che c’è chi difende apertamente determinati valori, pur nel rispetto delle convinzioni di tutti.
Michele Paolino – PD
Quando recentemente abbiamo discusso sulla liberalizzazione delle droghe leggere, abbiamo affrontato un tema che riguarda concretamente i torinesi, a partire da quelli che, in via Ormea o in corso Regina Margherita, assistono quotidianamente allo spettacolo degli spacciatori, a dimostrazione del fallimento delle politiche puramente repressive.
Stesso discorso per il tema odierno. La mia personale idea di famiglia non è diversa da quella di Greco Lucchina ma io, da credente, mi batterò perché le scelte di vita degli altri abbiano gli stessi diritti. Se la questione riguardasse un domani mio figlio, mai vorrei vedergli negati dei diritti.
Non accetto, non dobbiamo accettare la definizione del Consiglio comunale come “orchestrina del Titanic”, qui tutti – maggioranza e opposizione – lavoriamo quotidianamente nell’interesse della città.
I cristiani in politica devono metterci qualcosa in più, non limitandosi a rincorrere i voti cattolici ma guardando alla comunità nel suo insieme, senza lasciare indietro nessuno.
Lucia Centillo – PD
Nessuno – neppure il vescovo – può assimilare quest’aula al Titanic: tutti noi ci impegniamo al massimo, nel rispetto delle differenti posizioni. Dobbiamo ricordarci che rappresentiamo tutti i torinesi: le modifiche al regolamento proposte tengono conto di tutte le persone che nascono, vivono e muoiono in questa città. Torino, capitale dei diritti, deve andare nella direzione di rispettare i propri cittadini e cittadine, svolgendo anche un ruolo politico oltre che amministrativo.
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