Cronaca
Operazione militare “pannocchia”. Sgominata banda di “maman” che avviava ragazzine alla prostituzione
I militari della questura di Cuneo hanno portato a termine l’operazione denominata “pannocchia” sgominando un sodalizio nigeriano che permetteva l’ingresso in Italia di alcune giovanissime connazionali clandestine per avviarle alla prostituzione. Dopo un anno di indagini sono state arrestate dieci persone, tutte nigeriane, otto donne e due uomini, domiciliati a Torino, irregolari sul territorio nazionale. L’accusa è per ognuno di sfruttamento della prostituzione, anche minorile, e favoreggiamento dell’ingresso illegale in Italia di ragazze reclutate per la strada, sulla piazza di Cuneo. Le indagini sono nate a seguito dell’incremento considerevole di prostitute nigeriane sul territorio che, ogni giorno, viaggiavano in treno da Torino a Cuneo per prostituirsi in cambio di pochi euro. Gli appostamenti notturni, i pedinamenti in strada e a bordo dei treni hanno consentito agli uomini della squadra mobile cuneese di identificare gli sfruttatori e individuare tre livelli interconnessi di sfruttamento a cui le donne venivano sottoposte. Un primo livello riguardava il controllo costante e quotidiano delle “maman” che monitoravano l’attività di prostituzione delle giovani “figlie” a cui, dietro pagamento, fornivano vitto ed alloggio. Il secondo livello prevedeva l’”affitto”, pagato alle maman, delle porzioni della città di Cuneo, di cui si ritenevano proprietarie, per consentire alle prostitute di lavorare. Il terzo e ultimo livello era composto da coloro che curavano e organizzavano l’arrivo in Italia, clandestinamente, delle giovani che poi sarebbero state avviate alla prostituzione curandone i primi aspetti logistici.
Le giovani prostitute, per liberarsi dalla morsa degli sfruttatori, dovevano pagare cifre oscillanti tra i 50mila e i 60mila euro, a chi aveva organizzato il viaggio, gli affitti alle “proprietarie dei marciapiedi” sui cui lavoravano e le cospicue spese di vitto e alloggio. Le giovani, così, finivano per essere stritolate dall’ingranaggio dei vari livelli di sfruttamento rimanendo perenni debitrici e, nonostante gli incassi giornalieri, costrette a continuare a pagare un debito in costante crescita. A gestire e tenere le redini delle lucrose attività erano sempre, donne, supportate ogni tanto, da conviventi o parenti. L’età delle persone arrestate va dai 21 ai 38 anni.
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese