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Economia

Csi Piemonte: si discute in regione Piemonte la proposta di riforma a spezzatino

Redazione Quotidiano Piemontese

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csi-piemonteIl clamoroso errore del Csi Piemonte che ha bloccato il pagamento degli stipendi ai dipendenti delle Molinette entra nella già complessa situazione del consorzio informatico torinese. L’assessore regionale Agostino Ghiglia ha chiesto al direttore del Csi, Ferruccio Ferranti, di aprire un’indagine interna:  “per accertare chi ha commesso un simile errore che è ancora più grave perchè si tratta di una procedura di routine. Un ente pubblico non può commettere sbagliare in questo modo, certo il pagamento degli stipendi è assicurato con valuta al 27 ma chi ha sbagliato, al Csi o all’ospedale, deve essere sanzionato in base alle regole della pubblica amministrazione”. Ora la situazione si fa politicamente complessa perchè il 30 dicembre è previsto il dibattito in commissione bilancio del Consiglio regionale della proposta di riforma del Csi presentata proprio da Agostino Ghiglia che per l’opposizione e alcuni osservatori è una mossa del centro destra  per mettere le mani su quello che resta del Csi. L’opposizione è  contraria anche perchè sostiene che nella delibera che assegna la gestione di tutto il comparto dell’informatica sanitaria al Csi c’è una postilla che lo lega indissolubilmente all’approvazione della proposta di riforma.

Per Monica Cerutti di Sel:  “l’assessore Ghiglia continua a sostenere la propria proposta attribuendo all’intervento dei privati un valore salvifico, che consentirebbe di mantenere i livelli occupazionali del Consorzio. I privati sarebbero, a suo avviso, interessati alla partita sanità, e permetterebbero alla Regione di spendere di meno. Non ci viene mai portata una stima concreta, con un confronto con altri fornitori di servizi, né una proiezione di come sarebbero realizzati i risparmi. La questione è sempre la stessa che ormai chiediamo dall’inizio della legislatura: la redazione di un Piano Industriale, preliminare a qualsiasi trasformazione”.

Per Davide Bono del M5S: ”  Suona sinistra tutta questa fretta, a maggior ragione pensando che viene da una maggioranza che potrebbe avere i giorni contati. Fretta che l’Assessore giustifica con la carenza di risorse della Regione Piemonte che porterebbe a non rinnovare la Convenzione e quindi a mettere in Cassa la gran parte dei 1200 lavoratori del Consorzio Informatico. Francamente, tale affermazione la ritengo un bluff dell’Assessore per forzare la mano ai pochi dell’opposizione che stanno resistendo con una teoria variegata di emendamenti. Infatti né si può pensare di restare senza i servizi del CSI  né si può pensare di metterli a gara ottenendo risultati prima di diversi mesi. La volontà di esternalizzare/privatizzare è dunque ideologica, come si potrebbe dire della volontà di mantenerlo totalmente pubblico. Il problema è il manico: una classe politica incapace di pretendere servizi efficaci, efficienti ed economici dai suoi enti controllati, come il CSI, può ottenerli da un’azienda privata?”.

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