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Cronaca

Il prefetto di Torino Paola Basilone voleva dimettersi durante le manifestazioni dei Forconi, ma il ministro Alfano la ha fermata

Redazione Quotidiano Piemontese

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paola-basiloneSecondo un ‘intervista del giornale La Stampa il prefetto di Torino Paola Basilone in carica da tre mesi si era dimessa dal suo ruolo nei giorni scorsi telefonicamente, ma le sue dimissioni sono state respinte dal ministro dell’Interno Angelino Alfano Un estratto delle parole del prefetto che  lasciano il segno:

Prefetto, le sue dimissioni sono conseguenza delle critiche per la gestione della città in questi giorni?   “Se il contributo che do con generosità per svolgere il mio incarico non è ritenuto sufficiente, me ne posso anche andare. Non sono legata a questa poltrona”.

La città si è indignata per certi episodi…  “Mi associo a questa indignazione, ai cortei hanno partecipato anche brutti personaggi. Detto questo, però, dobbiamo anche fare un ragionamento. Non possiamo essere considerati incivili perché abbiamo consentito che una città sia finita sotto assedio, perché non è stato così. La civiltà consiste nel consentire la libertà di manifestazione. Proviamo a guardare la situazione in un altro modo: subendo i disagi, ogni cittadino ha assorbito parte degli effetti della protesta. Anche se questo non è un risultato auspicabile nè condivisibile”.

C’erano segnali sul web di una protesta vasta e variegata. Vi sono sfuggiti?  “È evidente che ci sia stata una interpretazione non corretta di questi segnali. Lunedì, ci siamo trovati davanti a una manifestazione formata da gruppi eterogenei. Sono passati dai tentativi di occupare le stazioni agli attacchi alle sedi istituzionali, Comune e Regione in particolare, passando per blocchi estemporanei a macchia di leopardo, fatti anche da piccolissimi gruppi che attaccavano e sparivano in pochi minuti. E tutto questo avveniva in città, ma anche in provincia, con incursioni su statali, autostrade e tangenziali. Con le forze a disposizione, era impossibile controllare la situazione”.

Ieri, però, siete intervenuti con denunce e identificazioni. Non potevate farlo anche prima?  “Non con quei numeri. Oggi (ieri, ndr) sono arrivati altri 500 uomini e la questione è cambiata. E poi, mi dica: che cosa sarebbe accaduto se avessimo “caricato” in mezzo alla gente, il primo giorno? Non avremmo innescato un’escalation peggiore? L’ordine pubblico non è una scienza esatta”.

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