Cronaca
Sentenza del Processo Minotauro: condannati gli amministratori pubblici e i capi della ‘ndrangeta, 10 anni a Nevio Coral
Dopo otto ore di camera di consiglio è stata pronunciata la sentenza al Palazzo di giustizia di Torino del processo Minotauro, sulle infiltrazioni della `ndrangheta in provincia di Torino. Vincenzo Argirò, considerato uno dei capi della struttura della ‘ndrangheta è stato condannato a 21 anni e mezzo e a 4 mila euro di multa. Salvatore De Masi , il contatto con molti esponenti della politica torinese, è stato condannato a 14 anni. Nevio Coral, ex sindaco di Leinì, è stato condannato, dieci anni di reclusione, Antonino Battaglia, ex segretario del Comune di Rivarolo è stato condannato a 2 anni e 600 euro di multa con interdizione dai pubblici uffici per un anno. Sette anni di reclusione e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Stefano Modafferi. Sette anni e interdizione perpetua dai pubblici uffici per Bruno Trunfio, 7 anni e 4 mesi invece per Giovanni Vadalà, con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici. Nevio Coral dovrà risarcire i Comuni di Volpiano e Leinì che si erano costituiti parte civile nel processo per 20 e 10 mila euro.
Analogamente Modafferi, Trunfio e Vadalà dovranno risarcire il Comune di Chivasso. Gli imputati del processo sono stati 75 e la procura ha chiesto condanne per un totale di 733 anni di carcere, e una assoluzione.
In tutto le condanne sono state 36, le assoluzioni 38 ma solo per reati connessi. Gli imputati erano 75 e la procura aveva chiesto condanne per un totale di 733 anni di carcere, e una assoluzione.
L’inchiesta era partita nel 2006 in seguito alle rivelazioni del pentito Rocco Varacalli e aveva portato, nel giugno 2011, all’arresto di 146 persone, ritenute, affiliate alle locali presenti sul territorio. Per infiltrazioni mafiose sono state sciolte le due amministrazioni comunali, quelle di Leinì e di Rivarolo Canavese.
In altri procedimenti sono state già condannate 62 persone. In aula del palagiustizia di Torino oltre alla Pretura al gran completo anche Don Ciotti e un gruppo di giovani di Libera.
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