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Presentato il programma del 31° Torino Film Festival #TFF31

Gabriele Farina

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torino-film-festival-31-locandinaPresentato questa mattina a Roma (si sarebbe dovuto replicare in serata a Torino) il programma della 31° edizione del Torino Film Festival, la prima diretta da Paolo Virzì, affiancato però dalla stessa squadra che aveva contribuito a farlo crescere nelle edizioni firmate da Gianni Amelio, su tutti Emanuela Martini. In nove giorni vedremo 185 film, 70 dei quali sono opere prime o seconde (secondo la tradizionale filosofia del TFF che nasce dalla storica esperienza del Festival Cinema Giovani), 46 sono anteprime mondiali, alcune decisamente interessanti. Sapevamo già che Last Vegas sarà il film di apertura la sera del 22 novembre, nella serata con Luciana Littizzetto madrina, e che Grand Piano sarà il film di chiusura. Tutto il resto, o quasi, è una novità di oggi.

Tra i film in concorso tre sono francesi, due americani, due italiani e poi uno a testa per Canda, Giappone, Venezuela, Spagna, Thailandia, Messico e Corea del sud.
In Festa Mobile come sempre i titoli di maggior richiamo per il pubblico con i fratelli Coen, Jim Jarmusch, Robert Redford e l’ultimo lavoro di James Gandolfini prima della scomparsa. Ma in questa sezione anche molta roba tra cui curiosare come l’indiano Ugly di Anurag Kashyap e il piemontesissimo The Repairman di Paolo Mitton. E ancora La sedia della felicità di Carlo Mazzacurati ed il premio alla carriera a Piera degli Esposti, che naturalmente sarà a Torino a ritirarlo.

Molta curiosità per la sezione Europop, voluta da Virzì, che ci mostrerà i film campioni d’incassi nei paesi europei. Scopriremo così cosa piace guardare a francesi, polacchi, svedesi, irlandesi, con un intruso a firma di Claudio Amenola, il suo La mossa del pinguino. L’impressione è che qui ci sia parecchia commedia.

Altro spazio nuovo è After hour, con proiezioni che si svolgeranno a tarda ora. Spazio in cui troveremo cose un po’ più estreme ed un po’ di horror. Tra gli altri V/H/S/2, Wrong cops, The conspiracy e l’italiano L’etrusco uccide ancora di Armando Crispino.

Spazio poi, ed è la terza novità, alle produzioni televisive (americane) con prodotti di grande pregio e nomi quali Jane Campion, Holly Hunter, Peter Mullan, David Fincher, Kevin Spacey, Robin Wright, Sean Durkin, Eddie Marsan.

Poi naturalmente documentari, corti e la sperimentalissima sezione Onde con attenzione particolare al Portogallo ed al coreano Yu Likwai e l’immancabile Spazio Torino.
Per chi invece vuole dedicarsi alla storia del cinema ecco Il nuovo cinema americano, rassegna curata da Emanuela Martini che proseguirà anche l’anno prossimo raccogliendo in totale un’ottantina di titoli, roba davvero interessante. Semplificando si tratta dei primi lavori (o comunque quelli meno conosciuti) di autori poi diventati di grandezza immensa.

Queste invece le giurie del TFF31

TORINO 31
1. Guillermo Arriaga (Mexico) Presidente
2. Stephen Amidon (USA)
3. Aida Begic (Bosnia and Herzegovina)
4. Francesca Marciano (Italia)
5. Jorge Perugorría (Cuba)
FIPRESCI
1. Anne Brodie (Canada)
2. Demetrios Matheou (UK)
3. Franco La Magna (Italia)
ITALIANA.DOC
1. Jasmin Basi(Svizzera)
2. Esmeralda Calabria (Italia)
3. Salvatore Mereu (Italia)
ITALIANA.CORTI
1. Caterina Carone (Italia)
2. Andrea Lissoni (Italia)
3. Tommaso Pincio (Italia)
CIPPUTI
1. Altan
2. Diego “Zoro” Bianchi
3. Luca Sofri

La giuria INTERNAZIONALE.DOC sarà annunciata in seguito

Premio ACHILLE VALDATA
Lettori di Torino Sette
Premio AVANTI
1. Pietro Bianchi
2. Chiara Boffelli
3. Andrea Zanoli
Premio “Gli OCCHIALI DI GANDHI”
1. Giordano Amato, attore e autore teatrale
2. Massimo Giovara, attore e autore teatrale
3. Vita Nolè, docente di discipline artistiche
4. Carmen Riccato, semiologa
5. Luciana Spina, critico cinematografico
Premio SCUOLA HOLDEN
Studenti della Scuola
Premio UCCA-VENTI CITTA’
1. Greta Barbolini
2. Mauro Brondi
3. Chiara Quartero
4. Paola Scarnati
PREMIO INTERFEDI
1. Marco Nicolai
2. Daniele Segre
3. Beppe Valperga

Per il programma completo vi rimandiamo al sito del Torino Film Festival.

Così Paolo Virzì ha voluto salutare il pubblico del TFF

È davvero un’occasione ghiotta, per un amante dei film, poter mettere il naso nell’officina di un festival di cinema. Se poi il festival è quello di Torino si tratta proprio di un colpo di fortuna.
Quando ero passato da queste parti da spettatore a volte ero entrato in sala all’ultimo momento
e a caso, senza neanche consultare il programma. Eppure non mi era mai capitato di sbagliare
film, mai. E chi per passione o per professione frequenta i festival di cinema sa bene quanto
invece in occasioni come queste siano in agguato fatalmente le fregature. Film nemmeno brutti,
ma della categoria più subdola: finti belli. Qui a Torino invece, chissà perché, sarà la vicinanza
con la chiostra alpina, intorno a questo evento culturale così importante spira un’aria di purezza
e di pulizia, di serietà, di passione autentica, testimoniata dalla grande, crescente quantità e
dalla qualità dei suoi spettatori. Forse anche perché si tratta del primo festival cinematografico
metropolitano che abbiamo avuto in Italia, nato per l’appunto nel cuore di una grande città la
cui identità affonda le radici nel lavoro, nella fabbrica, nella letteratura, negli albori
dell’industria cinematografica, nella passione per la politica, per la filosofia e per il gioco del
pallone. Credo che sia stata proprio la vigilanza severa ed affettuosa di questo suo pubblico folto
ed esigente, composto da appassionati di cinema che invadono Torino nei giorni del festival, ma
anche in gran parte da semplici cittadini, studenti, lavoratori, intere famiglie che programmano
le ferie proprio nell’ultima settimana di novembre, oltre alle straordinarie persone che questo festival hanno creato e animato negli anni, a determinare quella qualità raffinata ed insieme popolare che fa spiccare il Tff nel panorama internazionale degli eventi dedicati all’arte cinematografica.
Come ed in che cosa possa essere utile il sottoscritto nel ruolo imprevisto e temporaneo di direttore, è cosa tutta da scoprire. Per voi spettatori, ma soprattutto per me.
Credo di aver cercato intanto di non sciupare nulla di quanto di bello finora qui è stato costruito. Di essermi avvicinato a tutto questo con un sentimento di rispetto e di ammirazione verso chi negli anni ha lavorato a costruire la grande credibilità di questo appuntamento.
D’altronde sono qui di passaggio, mi tocca fare un altro mestiere: i film mi piace scoprirli, guardarli e riguardarli, ma anche fabbricarli. Ma posso assicurare che stavolta per me è stato straordinario innamorarsi dei film degli altri, comporli insieme in un corpo complesso, in quel grandioso film che è un festival.
E dunque ecco a voi il filmone di quest’anno, il trentunesimo della sua storia torinese. Mi pare
proprio potente, ricco di voci diverse, cinéphile e pop: c’è il dramma familiare franco-canadese
e quello venezuelano, il coming of age ed il noir estremo americano, i blockbusters europei, i
film tragicomici italiani, le nuove narrazioni televisive, le commedie mainstream con le vecchie
glorie, quelle esistenziali francesi, quella crudele coreana o giapponese, nuovi pedinamenti zavattiniani in Thailandia o nella provincia catalana, il cinema di frontiera di Yu Likw ai e la grande immortale epopea degli antieroi della retrospettiva New Hollywood, e poi oggetti bizzarri, commoventi, rarità, ed infine ci sono le voci vive del cinema contemporaneo del reale, insomma la nuova affascinante stagione del documentario.
Adesso il filmone è pronto a snocciolare la propria trama in nove intensissimi giorni, nei quali gli
illusi come me avranno la sensazione di vivere in un mondo diverso da quello al quale siamo
abituati, in questi tempacci di crisi nei quali è così difficile far circolare le cose belle,
sopraffatti come siamo dalla rassegnazione al peggio. Godetevi allora questa cosa preziosa: l’utopia di un grande racconto cinematografico senza confini.
Buona visione.

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