Economia
Fiat costretta a rivedere al ribasso i suoi target 2013: Marchionne è pessimista sul futuro dell’auto in Europa
Il gruppo Fiat ha dovuto rivedere al ribasso i target 2013, dopo i conti del terzo trimestre in borsa ha chiuso in calo del 2,23% a 5,7 euro. L’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, impegnato nella dura con Veba, assicura che non sarà necessario vendere qualcosa per acquistare la quota del 41,5% di Chrysler ancora in mano al fondo americano: “Non cederò nulla, non penso sia necessario farlo”. Però Marchionne dopo i conti del primo trimestre 2014 rivedrà il piano industriale dei prossimi cinque anni, è pessimista sul mercato europeo dell’auto, ma spiega che non chiuderà le fabbriche per agevolare il predominio dei costruttori tedeschi: “Nel 2012 quattro grandi case europee, hanno perso in Europa 8 miliardi di dollari”. Il terzo trimestre chiude per Fiat con un utile netto in crescita da 171 a 189 milioni di euro, un risultato della gestione ordinaria da 901 a 816 milioni, mentre la liquidità resta superiore ai 20 miliardi e l’indebitamento sale a 8,3 miliardi dai 6,7 di fine giugno. Pesano il tasso di cambio sfavorevole e la contrazione del mercato sud americano, mentre l’Europa riduce le perdite e l’America è stabile. Trainano le vendite i marchi di lusso, fra i quali spicca Maserati che raddoppia i ricavi. Continua ad andare bene Chrysler, nonostante il ritardo del lancio della Jeep Cherokee.
Il sindacato è preoccupato. Per il leader della Fiom, Maurizio Landini: “È urgente che il governo convochi tutte le parti perché il processo di progressivo disinvestimento in Italia ci sembra sotto gli occhi di tutti”.
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