Cronaca
Cinque indagati per la morte di Tito Traversa
Il pm Raffaele Guariniello nell’inchiesta aperta sulla morte di Tito Traversa, il free climber dodicenne precipitato e morto in Francia, durante un allenamento, ha iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, il titolare dell’azienda che ha prodotto i rinvii che si sono rotti nella caduta, il titolare del negozio che li ha venduti, il responsabile della società sportiva che aveva organizzato l’escursione e i due istruttori accompagnavano i ragazzi. Il pm sta valutando la posizione del parente della ragazza che ha prestato l’attrezzatura a Tito e che avrebbe assemblato male l’attrezzatura.
La procura torinese ha anche ricevuto la relazione della gendarmeria di Gap che aveva indagato sull’incidente. La posizione dell’autorità giudiziaria francese e della procura torinese coincidono. Dalla relazione emerge che 8 dei 10 rinvii usati dal giovane erano difettosi: gli agganci usati per ancorarsi alla parete erano stati montati nel modo sbagliato.
Queste, in particolare, le responsabilità ipotizzate dal magistrato a carico degli indagati: il titolare dell’azienda produttrice dei gommini, che ha sede in Lombardia, è indagato in quanto nella confezione non erano presenti istruzioni per il montaggio; Il titolare del negozio deve rispondere di avere venduto i gommini senza fornire tali istruzioni; il responsabile della società B-Side deve rispondere dell’organizzazione della spedizione a Orpierre, dove era in programma la manifestazione sportiva. E infine i due istruttori sono chiamati a rendere conto dell’omesso controllo sul corretto montaggio dell’attrezzatura.
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