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Emma Bonino di dice cautamente ottimista sul destino di Domenico Quirico
In un’intervista alla Stampa il ministro degli esteri Emma Bonino si dice cautamente ottimista per Domenico Quirico il giornalista astigiano rapito in Siria.
Sono passati quattro mesi dal rapimento di Quirico, come vedete la situazione alla Farnesina? «Ci troviamo in una fase molto delicata, e la mia non è una frase standard, perché ovviamente non sfugge a nessuno che tutto avviene non solo in una condizione di grande complessità ma anche in un’area in cui cambiano continuamente i soggetti che controllano il terreno. È appena finito il Ramadan e alcune situazioni, che potrebbero influire anche sulla situazione di Quirico, si stanno muovendo».
Ministro Bonino, ci può spiegare qual è la situazione sul terreno e cosa significa questo «movimento»? «Alla complessità di una situazione di guerra in questi casi bisogna aggiungere un fenomeno marcato di scomposizione e ricomposizione delle alleanze, soprattutto all’interno del fronte anti-Assad, un fronte estremamente variegato e mobile. Ci sono da segnalare poi situazioni nuove, come l’apertura di uno scontro molto cruento tra ribelli curdi e ribelli islamisti. E le cose si stanno muovendo anche nella zona dove pensiamo sia tenuto Domenico Quirico e dove agisce il gruppo che riteniamo lo abbia in mano».
Ma siamo alle ipotesi o ci sono passi avanti? «I canali che si erano chiusi ora si sono riaperti, sono reali ed estremamente attivi. In questi giorni il lavoro in corso, non trovo una parola più appropriata per definirlo, è febbrile e da questa fase potrebbero scaturire risultati promettenti».
Per questo avete parlato, sia voi alla Farnesina sia Massolo a nome dei servizi nella sua audizione in commissione, di «cauto ottimismo»? «Sì, siamo speranzosi che dall’attività in corso vi siano esiti ma, attenzione, la fase è cruciale e non si possono fare errori di comunicazione che potrebbero pregiudicare un esito positivo».
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