Cronaca
Il Pd minaccia di scomunicare il presidente della comunità montana della Val Susa Sandro Plano
Diverse le dichiarazioni dei politici piemontesi sulle perquisizioni a carico degli esponenti NoTav e sulle relative risposte dei politici locali. Dura presa di posizione del PD contro il presidente della comunità montana della Val Susa Sandro Plano da parte di Alessandro Altamura, Segretario del PD di Torino e Gianfranco Morgando, Segretario del PD Piemonte: “Le dichiarazioni rilasciate dal presidente della comunità montana della Val Susa Sandro Plano e la sua decisione di convocare, presso la sede istituzionale della comunità montana, una conferenza stampa in opposizione e dissenso verso le azioni intraprese della magistratura contro i presunti responsabili delle violenze ai danni del cantiere di Chiomonte, sono atti di inaudita gravità politica e di inaccettabile irresponsabilità istituzionale.
Sandro Plano persiste nell’utilizzare l’ufficio di presidente della comunità montana e la sua iscrizione al Partito Democratico per offrire copertura politica all’ala violenta e militare del movimento no tav, agli organizzatori ed agli esecutori materiali delle aggressioni nei confronti del cantiere di Chiomonte, delle imprese e dei lavoratori che vi operano, delle forze dell’ordine chiamate a difenderlo. Organizzatori ed esecutori materiali ai quali la magistratura torinese è giunta a contestare reati con finalità eversive e di terrorismo. Il comportamento irresponsabile di Sandro Plano è divenuto inconciliabile, sotto ogni punto di vista, con la sua iscrizione al Partito Democratico e, con altra evidenza, risulta incompatibile con la carica istituzionale che egli ricopre nella comunità montana. Il Partito Democratico di Torino e del Piemonte rinnova totale fiducia e sostegno all’operato della magistratura e piena solidarietà nei confronti di quanti, imprese, forze di polizia, amministratori, parlamentari sono impegnati a difendere legalità e diritto dalle aggressioni di matrice eversiva. In coerenza con tale posizione e valutando di inaccettabile gravità le iniziative promosse dal presidente della comunità montana Val Susa, le segreterie regionale e torinese del Pd ritengono necessaria ed urgente una valutazione da parte delle commissioni di garanzia delle implicazioni di natura statutaria determinate dalle iniziative odierne del presidente della comunità montana val susa”.
Il senatore Stefano Esposito esprime il sostegno alla procura di Torino e si scusa per le parole di alcuni iscritti del Pd: “”Desidero esprimere la mia vicinanza e il mio sostegno ai Pm della Procura di Torino che in queste ora sono bersaglio di parole e giudizi infamanti da parte dei siti No Tav e di esponenti di quel movimento. Un intero gruppo di magistrati, guidati da Gian Carlo Caselli, viene offeso per il solo fatto di voler far rispettare la legge anche in Valle di Susa. Di fronte a gravissime ipotesi di reato come quella di attentato per finalità terroristiche o di eversione, mi sarei aspettato da parte degli amministratori valsusini, e soprattutto da parte di esponenti ed iscritti al Pd, un serrato e sincero esame di coscienza e una netta presa di distanza dall’antagonismo e dai violenti. Invece, ancora una volta, critiche ai magistrati, difesa aprioristica dei violenti e, soprattutto, la scelta di stare fianco degli antagonisti in una conferenza stampa dai contenuti deliranti e fuori dalla realtà. Forse è giunto il momento di riconoscere a Perino, Plano e compagni che hanno ragione: non esistono No Tav buoni e No Tav cattivi. Quelli che restano, evidentemente, hanno scelto di stare dalla parte degli accusati di terrorismo e contro la magistratura. A nome mio e dei tanti iscritti e militanti del Pd che rispettano sempre l’operato dei magistrati e la rigorosa applicazione della legge, mi scuso con la Procura di Torino per le parole espresse da singoli iscritti al Partito democratico che, evidentemente, con il Partito democratico non hanno nulla a che vedere”.
Di diverso segno un comunicato del Movimentio 5 Stelle firmato dai senatori Marco Scibona e Alberto Airola, dal deputato Ivan Della Valle e dal consigliere regionale Davide Bono: “Dopo la pacifica manifestazione di sabato auspicavamo una risposta da parte della politica che dimostrasse la volontà di abbassare i toni e riprendere il dialogo con quella numerosissima parte di valsusini contraria al TAV e con i suoi rappresentanti, vale a dire quei sindaci che, oltre ad aver sfilato in testa al corteo, hanno chiesto aiuto al Presidente della Repubblica, cercando di riaprire un canale istituzionale. Constatiamo invece con rammarico, ancora una volta, che la volontà manifesta, anzi, ostentata è quella di alzare ulteriormente i toni dello scontro ed accrescere la tensione. Non ci spieghiamo in altro modo la decisione di procedere oggi a perquisizioni nelle abitazioni di alcuni attivisti e in uno dei luoghi utilizzati dai No TAV per le loro riunioni, il locale La Credenza di Bussoleno. Ci lascia esterrefatti la decisione dei pm Padalino e Reinaudo di emettere 12 avvisi di garanzia, nei confronti di altrettanti attivisti, accusati per la prima volta di attentato per finalità terroristiche ed eversione. Ci troviamo di fronte ad una “violenza istituzionale” inedita, nei confronti di una popolazione che sta disperatamente cercando di opporsi ad un’opera, non ci stancheremo mai di ripeterlo, inutile, devastante, dai costi insostenibili ed ingiustificabili. A chi giova questa continua tendenza all’inasprimento del conflitto? Forse la politica sta appositamente evitando il dialogo proprio per non dover ammettere che dietro quel “buco nella montagna” si celano interessi che nulla hanno a che fare con il bene dei cittadini e molto con gli interessi di lobby molto potenti ? Ancora una volta condanniamo la violenza contro le persone, da qualsiasi parte provenga, ed utilizziamo la nostra voce nelle istituzioni per chiedere ancora, con fermezza, lo stop dei lavori. Le conseguenze politiche di questo clima di tensione potrebbero essere, altrimenti devastanti, per i partiti che lo sostengono”.
Per Antonio Saitta presidente della Provincia di Torino: ““Da diverso tempo sostengo che quanto avviene durante le manifestazioni violente legate al TAV siano veri e propri atti di terrorismo, e che siamo in presenza di un’organizzazione paramilitare in piena regola. Ho avuto la conferma leggendo a febbraio gli atti del Tribunale di Torino sui fatti svoltisi nel luglio 2012 aChiomonte che descrivevano meticolosamente un’organizzazione paramilitare che abbiamo visto all’azione anche recentemente. La Procura di Torino, che per la competenza e la qualità del suo operare certamente avrà tutti gli elementi per muovere simili accuse, deve ricevere il massimo sostegno da parte delle Istituzioni e degli organi di informazione: l’azione della magistratura contro i violenti è a garanzia e difesa della democrazia, bene supremo che a tutti deve stare a cuore”.
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