Cronaca
A volte ritornano: Giusy La Ganga da tangentopoli al Consiglio Comunale di Torino
La notizia di due giorni fa è stato il rientro alla politica attiva di Giusi La Ganga, ex segretario torinese del Psi, per anni vicino a Bettino Craxi, condannato negli anni ’90 per finanziamento illecito ai partiti e adesso membro della direzione regionale del Pd. La Ganga è diventato consigliere comunale a Torino come primo dei non eletti nel Pd subentrando al collega Stefano Lo Russo entrato in Giunta. Per molti cittadini, soprattutto i giovani, il nome di La Ganga dice poco. Lo racconta bene Andrea Gianbartolomei sul Fatto Qutidiano.
La Ganga da anni si difende ricordando che il Tribunale di Torino lo ha riabilitato nel 2005, anni dopo i patteggiamenti di pena nel periodo di Tangentopoli, con quel sistema corruttivo mai negato fino in fondo: “Ritengo di avere pagato i miei debiti, in ogni senso – aveva detto in un’intervista a La Repubblica nel 2011 -. E ritengo anche che quel sistema, per quanto criticabile, non possa essere liquidato come una vicenda criminale: c’era di tutto, chi voleva arricchirsi personalmente e chi invece semplicemente era corresponsabile di un meccanismo politico”.
All’epoca di Tangentopoli Giusi La Ganga era capogruppo socialista alla Camera, referente piemontese del Psi di Bettino Craxi, che nel 1983 lo aveva mandato a Torino come commissario per risanare il partito segnato dai primi scandali per le tangenti che portarono alle dimissioni degli eletti socialisti. “Fermi tutti, arriva La Ganga”, dice Craxi vestito da gangster in una vignetta di Forattini.
Non resta immune da quel sistema e finisce indagato più volte, proprio a cominciare da quello scandalo che ruotava attorno al faccendiere Adriano Zampini. Poi, negli anni Novanta, arrivano le indagini sulle tangenti e La Ganga riceve dieci avvisi di garanzia per i casi più svariati: le tangenti per la costruzione del centro commerciale “Le Gru” a Grugliasco (To) e per l’ospedale di Asti, le bustarelle per l’assicurazione Ina-Assitalia sugli immobili della Provincia, le mazzette da aziende del Gruppo Fiat, dall’Ansaldo, dai Grandi Motori Trieste.
La Ganga ne esce spesso patteggiando. Pure nel gennaio 1994, per la vicenda di Asti, patteggia un anno e otto mesi, più mezzo miliardo di lire di risarcimenti. In quell’occasione scrive una lettera al giudice: “Confermo la decisione di ritornare alle mie private occupazioni, lasciando dopo tanti anni la vita pubblica. Tale mia impegnativa decisione deriva dalla convinzione che si è aperta una nuova stagione politica ed altri dovranno esserne i protagonisti”.
Poi evidentemente ha cambiato idea …
Iscrivi al canale Quotidiano Piemontese su WhatsApp, segui la nostra pagina Facebook e continua a leggere Quotidiano Piemontese