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Sindaci dell’astigiano uniti contro l’accorpamento del laboratorio ospedaliero Asti-Alessandria

Redazione Quotidiano Piemontese

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E’ ospedale-sanitaguerra aperta sulla sanità. A chiedere udienza alla Regione Piemonte sono i sindaci dell’astigiano che, memori dell’ultimo paventato trasferimento nell’alessandrino del laboratorio analisi al Cardinal Massaia, l’ospedale di Asti, ribattono: “Venga ad Asti il laboratorio analisi di Alessandria”.  I primi cittadini non accettano che i tagli e gli accorpamenti dei servizi con l’Asl della città di Alessandria passino sopra le loro teste e chiedono di essere coinvolti nel processo di razionalizzazione del sistema sanitario. Lo hanno scritto nero su bianco in un documento presentato da Fabrizio Brignolo, sindaco di Asti  e presidente della conferenza dei sindaci dell’Asl astigiana e da Flavio Pesce, sindaco di Nizza Monferrato e presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl locale, nonché approvato dal plenum dell’assemblea dei primi cittadini che rappresentano i 203mla abitanti dei 106 comuni compresi nel territorio di competenza dell’Asl. Il documento è stato trasmesso alla Regione e ora si attende un riscontro. “Non siamo pregiudizialmente contrari alle economie di scala che si possono realizzare unendo le forze – dichiara Brignolo – ma non possiamo accettare che gli accorpamenti avvengano a senso unico: ci sono cose che è bene concentrare ad Alessandria e cose che, invece, è giusto concentrare ad Asti, in modo che sia mantenuto un equilibrio tra i due territori. Un primo esempio potrebbe essere rappresentato dal laboratorio analisi. La contestata delibera della giunta regionale sostiene che i due laboratori vadano accorpati senza specificare dove poiché il laboratorio di Asti è più moderno e attrezzato e, inoltre, quello di Alessandria non è adatto ad essere ampliato, sarebbe logico e naturale che i servizi venissero accorpati ad Asti, mentre per altre specialità si è puntato sui nostri cugini alessandrini”.

Nel documento si legge: “Asti è ad oggi ancora la sede del più nuovo ospedale del Piemonte, il quale assume per numeri e per qualità un ruolo importante nella sanità regionale”. Denuncia però il fatto che la nascita della federazione tra Asti e Alessandria “vede assumere i ruoli chiave della dirigenza solo da soggetti appartenenti alle aziende di Alessandria; comporta lo svuotamento di competenze e di attività che il personale astigiano sa da anni condurre con pari efficacia a quella di altri territori; ha prodotto risultati invisibili sotto il profilo economico dei risparmi; ha subito la valutazione negativa dei Ministeri dell’Economia e della Salute”.

Un’ulteriore richiesta riguarda le scelte nella distribuzione delle risorse e dei budget per le assunzioni: “questi non sono solo fatti tecnici che possono essere decisi da Assessorato e direttori delle Asl, ma devono anche essere consultati i territori interessati”. Così conclude Brignolo.

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