Asti
Telelavoro, possibilità o chimera? Progetto di sperimentazione per un gruppo di lavoratrici astigiane
Si chiama “Perfect, Personalizzare e flessibilizzare per estendere le possibilità di conciliazione attraverso il telelavoro” il progetto, sostenuto da Chiara Cerrato, consigliera di Parità della Provincia di Asti e finanziato dalla Regione Piemonte che prevede la sperimentazione del telelavoro, anche attraverso videoconferenza, con modalità che possano migliorare la conciliazione fra tempi di lavoro e tempi per la famiglia. Alla sperimentazione hanno partecipato venti collaboratrici della fondazione Casa di Carità Arti e Mestieri di Asti che hanno preso parte all’iniziativa e tutte con la necessità di conciliare lavoro e cura dei bambini e/o dei parenti anziani. In tali termini, infatti, il telelavoro risponde soprattutto alle esigenze delle lavoratrici. Al termine della sperimentazione, non solo sono state realizzate 605 ore di attività a distanza anziché in presenza negli uffici, ma la fondazione ora dispone anche di procedure, strumenti e documenti per ampliare il ricorso a questa modalità di lavoro anche ad altre donne e dipendenti, in generale. Attilio Bondone, presidente della fondazione, ha espresso, oltre alla soddisfazione per i risultati raggiunti attraverso la sperimentazione, il chiaro interesse a continuare nell’esplorazione delle opportunità offerte dal telelavoro e la volontà di ampliare quanto più possibile il ricorso a forme di collaborazione che possano armonizzare maggiore flessibilità, maggiore responsabilità del lavoratore e maggiori possibilità di rispettare le esigenze delle persone dentro e fuori il luogo di lavoro.
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