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Cronaca

Perchè hanno arrestato la famiglia Ligresti e i manager di Fondiaria – Sai

Redazione Quotidiano Piemontese

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fondiaria-saiI personaggi della famiglia Ligresti e i manager di Fondiaria Sai coinvolti nei provvedimenti messi in atto dai Finanzieri del Comando Provinciale di Torino sono  accusati di aver falsificato il bilancio di Fon-Sai del 2010, con l’aggravante di aver procurato un grave danno ad almeno 12 mila risparmiatori, nonché di manipolazione del mercato, in quanto sarebbe stato occultato un buco nella riserva sinistri di circa 600 milioni di euro, privando così gli investitori di informazioni determinanti per una corretta valutazione dei titoli azionari interessati. I Finanzieri di Torino hanno compiuto due perquisizioni, nell’abitazione e negli uffici di Piergiorgio Bedogni, preposto ai tempi dei fatti contestati al bilancio di Fondiaria – Sai. L’indagine è scattata nell’agosto 2012 per le ipotesi di falso in bilancio ed ostacolo all’attività di vigilanza, relativamente agli anni 2008 – 2011.

Dopo i primi riscontri, le Fiamme Gialle effettuarono delle perquisizioni presso la sede di Fondiaria SAI e presso l’ISVAP, l’Autority deputata alla vigilanza sugli istituti assicurativi, acquisendo una mole impressionante di documenti ufficiali e non, soprattutto in formato elettronico attraverso il sequestro del server aziendale, ove erano custodite le e-mail inviate e ricevute dagli indagati. L’esame della documentazione cartacea e informatica ha permesso di ricostruire come, attraverso una sistematica sottovalutazione delle riserve tecniche del gruppo assicurativo, sia stato possibile falsificare i dati del bilancio relativo al 2010. Questa sottovalutazione della riserva sinistri ha consentito, negli anni, la distribuzione di utili per 253 milioni di euro alla holding della famiglia Ligresti, la Premafin S.p.A., laddove, invece, si sarebbero dovute registrare delle perdite.

Numerosi gli interrogatori condotti, durante i quali sono stati acquisiti elementi utili a comprendere quali fossero le dinamiche alla base del meccanismo della falsificazione La famiglia Ligresti, che presidiava i consigli di amministrazione di Fondiaria SAI e Milano Assicurazioni, contando sulla compiacenza del top management si è assicurata, così, oltre al costante flusso di dividendi, anche il via libera a numerose operazioni immobiliari con parti correlate.
Attraverso perizie che hanno permesso di inserire in bilancio valori gonfiati, le transazioni immobiliari, da un lato fornivano un’apparente immagine di solidità patrimoniale e finanziaria della Compagnia assicurativa, dall’altro permettevano di far “uscire” dalle casse di FonSai ingenti somme di denaro a favore di altre società del gruppo, riconducibili alla famiglia Ligresti. In particolare, fra le più eclatanti, le operazioni che hanno riguardato l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario della società Atahotel in perdita, ma acquistato pagando un prezzo superiore ai valori di mercato.
L’azione della Procura di Torino e delle Fiamme Gialle ha riguardato anche altre ipotesi di reato, quali il falso in prospetto e l’infedeltà patrimoniale in riferimento alle notizie non corrette fornite al mercato, attraverso i documenti informativi previsti dalla legge, in occasione delle operazioni di ricapitalizzazione della società per un valore di 450 milioni di Euro, effettuate nel 2011. Si indaga anche su condotte illecite commesse dal management durante la gestione societaria in danno del patrimonio sociale. Tra queste, consulenze e contratti per servizi, stipulati dal gruppo Fondiaria – Sai con aziende della famiglia Ligresti, che avrebbero determinato l’esborso da parte della società assicurativa di decine di milioni di euro.

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