Cronaca
In Sala Rossa a Torino scontro per l’interpellanza sul finanziamento di 10 mila euro alla Cena in Bianco
Il discusso contributo di 10mila euro della Città di Torino in favore dell’Associazione To Be Unconventional per l’organizzazione di una Cena in Bianco alla Tesoriera è stato discusso in un’interpellanza generale in Consiglio Comunale. L’assessore alla Cultura Maurizio Braccialarghe ha aperto giudicandosi : “Soddisfatto che attraverso l’interpellanza si sia chiesta la documentazione di tutti i contributi assegnati nel 2013 dall’assessorato. Un modo per avere uno sguardo d’insieme delle strategie fin qui attuate. L’elemento valutativo da cui partiamo è l’utilità per la Città e per i suoi cittadini. I principali criteri da noi usati sono stati: la qualità e il livello di innovatività del progetto; la sostenibilità del progetto; la sua capacità aggregativa per i cittadini; la non preponderanza commerciale dell’iniziativa; l’utilità per la rigenerazione di un quartiere; la forza comunicativa del progetto per potenziare l’immagine della città in chiave turistica. Il promotore della cena in bianco ha prodotto una strategia di web marketing molto efficace: ottomila partecipanti alla cena, la pubblicazione di 120 articoli su stampa e web, otto Tg nazionali e internazionali che hanno redatto un servizio sull’iniziativa. Il fatto che si tratti di un iniziativa prettamente turistica è comprovata dal fatto che dei diecimila euro assegnati dall’assessorato, 6.500 provengono da un capitolo di Bilancio del Turismo. In ogni caso l’erogazione di ogni importo dovrà essere assunto sulla base di una puntuale documentazione fornita dagli organizzatori, così come accade per tutti gli eventi che beneficiano di contributi. Sarà mia cura successivamente verificare e dare opportuna e puntuale divulgazione”.
Il dibattito si è aperto con l’intervento del consigliere Marco Grimaldi (Sel), primo firmatario dell’interpellanza: “La Cultura non finanzia cene collettive e continuo a non capire il senso di questo sostegno economico. Lei ci dice “per diecimila euro abbiamo dato grande visibilità alla città”. Mi auguro non sia così, visto che nella delibera si afferma che viene rispettata la Legge 122 del 2010, ovvero che il “sostegno economico alle iniziative descritte non si configura come una mera spesa di relazioni pubbliche, di pubblicità o di rappresentanza, né ha come obiettivo un ritorno di immagine per l’amministrazione”. “Tale contributo rischia di diventare un vero affronto a tutte quelle organizzazioni culturali, associazioni, circoscrizioni, case del quartiere, biblioteche che si sono viste negare o dimezzare i contributi. Diecimila euro per un flash mob appaiono a molti come uno schiaffo in faccia alle tante realtà cittadine che con quei soldi potrebbero far attività per un anno. Il tema è cosa la città vuole offrire al pubblico, quali occasioni di innalzamento del livello culturale, quali opportunità di uso intelligente del tempo libero, quali contenuti vuole veicolare, come vuole inserire le proprie politiche culturali all’interno della società della conoscenza”.
Laura Onofri (PD): In molte città, all’estero come in Italia, vengono organizzate – in piena autonomia, anche per la promozione – iniziative uguali alla “cena in bianco”. Mi sono informata e ho riscontrato come, nelle città italiane, in nessun caso siano stati non solo erogati ma neppure richiesti contributi economici da parte degli organizzatori. Io stessa ho contribuito a organizzare flash mob contro la violenza ma non si è mai pensato di chiedere soldi pubblici per questo. Quello che vorremmo capire è a che sono serviti i diecimila euro erogati dal Comune.
Chiara Appendino (Movimento5Stelle):Sono contenta che anche nella maggioranza si esprimano perplessità. Non comprendo come si possa assimilare un flash mob a un evento culturale, né per quale motivo il contributo sia stato inserito nella delibera generale per gli eventi culturali estivi. Pare che l’associazione che ha promosso la “cena in bianco” si sia costituita pochi giorni prima della delibera di contributo e registrata all’Agenzia delle Entrate 48 ore prima, se così fosse sarebbe un raggiro. E questo mentre altre associazioni, attive sul territorio da anni, stentano a ottenere contributi. Reitero il mio invito a considerare la possibilità di aprire, due volte l’anno, una sorta di “finestra telematica” per raccogliere i progetti e le relative richieste di contributo, per gestire il tutto in maniera trasparente e dare parità di accesso a tutti.
Enzo Liardo (PdL): Mi sono tornati alla mente i sopralluoghi presso le associazioni che abbiamo fatto in questi due anni. Ci sono associazioni che, per iniziative inutili, ricevono fondi maggiori. La “cena in bianco” ha avuto un grande impatto, sia tra i cittadini, sia a livello mediatico. Da oggi in poi, forse, questo Comune metterà un po’ di giudizio nei finanziamenti alle iniziative.
Domenica Genisio (PD): La cena in bianco non prevedeva la richiesta di contributi, proprio per la natura auto organizzativa dell’evento. L’associazione, che a quanto pare è nata proprio a ridosso dell’approvazione della delibera, come rendiconterà le spese? Perché il Comune ha dovuto sostenere un’iniziativa organizzata dai cittadini? Gli stessi cittadini che hanno partecipato alla cena e ora chiedono come sono stati spesi quei soldi, visto che ognuno si è portato tavoli, sedie, stoviglie e cibo e ha provveduto alla pulizia finale.
Marta Levi (Pd): Il primo criterio da adottare in relazione ad una richiesta di contributo deve essere: questa iniziativa ha bisogno dei soldi pubblici? Ricordo che un centro di protagonismo giovanile che lavora per un anno intero, che fa cultura sul territorio prende 8.000 euro a fronte di 10.000 euro spesi in una sola serata come per la cena in bianco. Che la Città si caratterizzi per il flash mob della cena in bianco o degli orsetti di Natale la brutta figura non cambia.
Federica Scanderebech (Al centro con Scanderebech): Alla fine di questa discussione saremo 39 ad esprimerci in modo critico e l’unico a non intervenire sarà colui che ha segnalato e promosso l’iniziativa. Mi chiedo se Flash mob come Gan Gnam style, novembre 2012, o One billion rising, febbraio 2013, o Rumba pa ti, giugno 2013, o To 2015, giugno 2013 anch’esso abbiano ricevuto finanziamenti. Quale ritorno economico ha portato la cena in bianco alla Città, con 7000 persone che si muovono da casa loro portandosi il picnic e poi tornano a casa a fronte di eventi come il Futur Kappa Festival che ha portato per due giorni a Torino migliaia di persone?
Silvio Viale (PD): Mi pare che si stia creando una tempesta in un bicchier d’acqua perchè si parla di 10mila Euro. Questa dietrologia non fa onore a chi l’ha portata avanti. Le persone che hanno partecipato lo scorso anno sono state 3000, quest’anno 7000. Persone che hanno lasciato la Tesoriera così come l’hanno trovata.
Vittorio Bertola (Movimento5stelle): Rilevo che la situazione è esplosa perchè la comunicazione ha fatto intendere che l’evento partisse dal “basso” e poi c’è un contributo per il quale anche i partecipanti si sono sentiti imbarazzati. Poi la sensibilità nei riguardi del cibo. Oggi a Torino ci sono 45mila famiglie che mangiano solo grazie al “banco alimentare”. Terzo elemento la sensazione di un evento nato in un “salotto” tra persone che si conoscevano bene. Chiedo all’assessore di capire se conoscesse già prima gli organizzatori e a che titolo ha partecipato all’evento.
Il sindaco Piero Fassino è intervenuto nel dibattito ricordando la tradizione degli eventi estivi in città: “Si tratta di un intreccio di iniziative di vario genere. Una parte è di carattere culturale in senso stretto, mentre altri eventi sono più dediti all’intrattenimento e allo svago dei cittadini. ”Si può anche non essere d’accordo con una specifica iniziativa come la “cena in bianco”, ma occorre un atteggiamento più proporzionato allo sforzo della città, senza dimenticare le tante importanti iniziative e i successi della Cultura cittadina”. “In questo dibattito mi colpisce il silenzio del Consiglio comunale di fronte a una Città che sta investendo fortemente sulla Cultura, segnalandosi come luogo italiano che maggiormente promuove l’intrattenimento culturale. Non è casuale che sia l’attuale Ministro alla Cultura, sia il suo predecessore abbiano parlato di “modello Torino”, di una città che sta facendo della Cultura la sua cifra di identità”.
Luca Cassiani (Pd): “Non entro nel merito di questa iniziativa. Però mi fa piacere segnalare che non c’è Commissione Cultura nella quale non si presenti un’iniziativa culturale in Città. Ma occorrerà che in sede di Bilancio di Previsione non continuino i fortissimi tagli al comparto; corriamo il rischio che l’investimento dell’amministrazione nella cultura cittadina diventi soltanto un ricordo”.
Michele Curto (Sel): ”Le cose che diceva il Sindaco, anzi soprattutto quelle non dette nonostante i precisi riferimenti fatti da Chiara Appendino mi stimolano a intervenire. Se è pur vero che è un fatto straordinario avere avuto 120.000 persone in piazza per Beethoven, ricordo che 1,5 euro non è il costo di ognuno dei 7.000 pasti della cena in bianco, ma è quanto la Città spende per la cena di ognuno dei senza casa accolti nelle nostre strutture. L’aver deciso un contributo di 10.000 euro per un’associazione che sarebbe nata solo due giorni dopo è un fatto grave. Le chiediamo, assessore, chiarimenti su questo fatto e sull’associazione stessa”.
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