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Per Don Ciotti l’Italia è la democrazia avanzata con maggiori disuguaglianze sociali

Redazione Quotidiano Piemontese

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don-ciottiDon Luigi Ciotti, presidente nazionale del Gruppo Abele e di Libera, in occasione della presentazione della Campagna nazionale contro tutte le forme di povertà Miseria Ladra. Per don Ciotti:  “Il nostro Paese, tra le democrazie avanzate, è quella meno cresciuta sotto il profilo economico e di più sotto quello delle disuguaglianze sociali. La costruzione dell’uguaglianza della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra e quella che ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili”. Le cifre di Miseria Ladra parlano di otto milioni e 173 mila persone ( il 13,8% della popolazione italiana) sono in condizione di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili(dati 2011). In condizione di povertà assoluta si trovano invece 3 milioni 415mila persone (il 5,2% della popolazione italiana).

Povertà assoluta (1 milione di persone in più in soli 4 anni) e povertà relativa sono in aumento non solo per l’effetto della crisi economica. E’ da almeno 10 anni che il numero degli impoveriti è aumentato in Italia, perché da circa il 1980 ad oggi si è assistito ad un enorme trasferimento di ricchezza dalle tasche dei lavoratori dipendenti ai profitti prima, e alla rendita finanziaria e speculativa poi. Si calcola che in 30 anni la perdita di capacità di acquisto dei lavoratori sia stata ridotta di circa il 20%. Un paese piu’ povero è costretto a fare i conti con il proprio carrello della spesa: sei famiglie su dieci per far fronte alle difficoltà economiche hanno ridotto la quantità e/o la qualità dei prodotti alimentari acquistati. E ci si indebita sempre di più: nei soli primi nove mesi del 2012 le famiglie indebitate sono passate dal 2,3 al 6,5 per cento.

Libera e Gruppo Abele lanciano una Campagna nazionale contro tutte le forme di povertà dal titolo “Miseria Ladra”, un ‘cantiere aperto’ a tutte le associazioni del volontariato, ambientaliste, alle cooperative del sociale “per chiamare alla mobilitazione su un problema che oggi tocca più tragicamente e in misura crescente alcune fasce sociali, ma domani potrebbe riguardare molti di noi”.
In un dossier, Libera e Gruppo Abele presentano ‘i numeri’ della crisi in Italia: 8 milioni e 173mila persone, che vivono in condizioni di povertà relativa, con una disponibilità di 506 euro mensili e 3milioni e 415mila persone in condizioni di povertà assoluta.

Ed il dossier propone, quindi, alle amministrazioni ed al Governo un’agenda “di dodici cose da fare subito nel contrasto alle nuove povertà”. In primo luogo, “ricostituire, da parte del nuovo Governo, il fondo sociale e il fondo per la non autosufficienza ai livelli del 2008”, attuare “una moratoria ragionevole rispetto l’immediata esigibilità dei crediti da parte di Equitalia e del sistema bancario, negoziando modalità differenti di pagamento in base alle varie situazioni di insolvenza”. Ed ancora, “onorare i debiti da parte delle Pubbliche Amministrazioni nei confronti di tutti i ‘fornitori’ di beni, prestazioni e servizi”, “riprendere in esame le proposte già avanzate di compensazione debiti-crediti con la Pubblica Amministrazione”; programmare “un’allocazione diversa delle risorse a saldo invariato per reperire nuovi fondi per il contrasto alle povertà ed avviare l’applicazione della nuova versione Isee “con modalità che evitino il pericolo di negare l’accesso alle prestazioni sociali a persone a rischio di povertà, escludendo dal campo di applicazione dell’Isee, almeno fino al superamento della crisi economica, le prestazioni previdenziali e l’assegno di accompagnamento”.
L’Agenda proposta da Libera e Gruppo Abele chiede, quindi, “di sospendere gli sfratti esecutivi”, destinare “con maggiore celerità il patrimonio immobiliare confiscato alle attività criminali di stampo mafioso e attualmente sfitto ad un uso sociale tra cui ‘condomini solidali'”; rimettere sul mercato il patrimonio immobiliare sfitto nelle città; estendere “la pratica che si è attuata in molte città rispetto ai senza dimora, concedendo la residenza presso il Municipio o in un’altra sede comunale a persone come i richiedenti asilo, le vittime di tratta, di violenza”.
Infine, si propone di riconsiderare “tutte le risorse devolute frammentariamente all’assistenza, all’interno dell’erogazione del Reddito Minimo di Inserimento o di un altro dispositivo di tutela maggiormente generalista” e di “sostanziare la giornata mondiale dedicata alla povertà in ottobre con una riunione congiunta dei due rami del Parlamento, per formalizzare gli impegni in materia”.

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