Politica
Pd: dopo le dimissioni di Morgando arrivano anche quelle di Paola Bragantini
E’ la giornata delle dimissioni di massa nel Pd Piemontese. Dopo le dimissioni del segretario regionale Morgando anche la segretario del Pd di Torino Paola Bragantini, ora diventata onorevole, ha deciso di rassegnare le dimissioni.: “E’ necessaria una profonda riflessione: innanzi tutto sulla linea politica nazionale, poi sulla relazione fra partito nazionale e locale e sulla capacità della classe dirigente locale di condividere un percorso unitario e quindi di costruire strategie comuni. Le dimissioni di Pierluigi Bersani e della Presidente Rosy Bindi, seguite da quelle dell’intera Segreteria nazionale, a cui non hanno avuto seguito indicazioni operative e politiche ai livelli locali, hanno causato una pesante fibrillazione fra gli iscritti, i militanti e i gruppi dirigenti diffusi. Oggi, l’avere composto il quadro del governo senza in alcun modo tenere conto delle espressioni territoriali è solo l’ennesimo segnale di una indifferenza, se non proprio di un franco disprezzo, nei confronti di chi rappresenta il partito ai livelli locali. Una modalità di operare che non sorprende, ma che ormai è diventata insostenibile. Il Piemonte e Torino, che di questa Regione rappresenta non solo il capoluogo, ma anche più della metà della popolazione, sono state escluse da questi ragionamenti in favore di logiche incomprensibili. Scelta difficile da spiegare e da difendere, per il gruppo dirigente nazionale, ma ancora di più per chi nei territori vive. Si comprende sia la difficoltà del momento sia la necessità di comporre un quadro sempre più disgregato e scomposto. Risulta tuttavia evidente come il nostro percorso congressuale vada quanto prima avviato, per consentire al nostro partito di ripartire su basi nuove. Per questo motivo, rassegno le dimissioni da segretario provinciale di Torino, ringraziando indistintamente tutti gli iscritti per la straordinaria esperienza umana e politica che mi hanno consentito di fare. Le prossime assemblee regionale e provinciale dovranno dipanare una matassa complicata, avviando il percorso congressuale sulla scorta delle decisioni dell’assemblea nazionale”.
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