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Vittorio Bertola: è giusto che si discuta del tema immigrazione nel M5S

Redazione Quotidiano Piemontese

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Dopo le polemiche suscitate dalle interpretazioni delle sue diverse dichiarazioni su immigrati e profughi il consigliere comunale del Movimento 5 Stelle Vittorio Bertola ha riassunto in una lunga intervista al Diario del web la sua posizione sul tema. Nel suo blog poi Bertola ha scritto un post dal titolo indicativo: Gli immigrati portano ricchezza?

L’intervista a Bertola

Bertola, dopo il suo controverso post sull’immigrazione in molti l’hanno bollata come «il più leghista dei grillini». Una definizione che le sta stretta?
Assolutamente. Non credo proprio di essere leghista e, anche prima di fare politica, non ho mai votato centrodestra. Però sull’immigrazione una parte del Movimento 5 stelle tende ad avere posizioni troppo vicine alla sinistra radicale. Semmai il mio è un approccio moderato, che cerca di risolvere i problemi, tanto di accoglienza quanto di controllo. Come si fa in tutti gli altri Paesi europei.

Non può negare, però, che le sue proposte abbiano dei punti di contatto con quelle della Lega. Quali sono le differenze?
L’approccio culturale. Salvini sostiene che siano tutti criminali, che vengano qui per delinquere, che bisogna rimandarli a casa loro. Noi non lo pensiamo: c’è sicuramente una piccola quota di immigrati delinquenti, ma la maggior parte, anche di quelli che non hanno diritto all’asilo, cercano solo un futuro migliore. Il problema è che questo non è il modo giusto. Parlando con loro si scopre che spesso sono gli stessi trafficanti a raccontargli che troveranno lavoro e benessere non appena arrivati in Italia. Invece vengono sfruttati per un anno dal sistema dell’accoglienza e poi scaricati in mezzo a una strada.

Come diceva, buona parte del M5s la pensa diversamente. Pochi giorni prima del suo post ne era stato pubblicato un altro firmato Manlio Di Stefano, secondo cui invece i profughi non sono troppi, ma è il governo che non li sa gestire.
Il mio post nasce proprio come complemento a quello. Le proposte di Di Stefano sono sensate per il lato dell’accoglienza, a cui ho aggiunto quelle per far funzionare meglio l’espulsione e il rimpatrio di chi non ha diritto. Le due questioni non sono opposte, ma complementari. Solo chi ha una visione estrema pensa che siano tutti da accogliere o tutti da rimandare a casa, senza eccezioni.

Ma come può permettersi il Movimento di non avere una posizione univoca su un tema così cruciale?
Questo non riguarda solo l’immigrazione, anche se forse si vede di più su questo tema perché è molto divisivo e ideologico. È sano che ci sia un dibattito, ad esempio tra chi vede questo problema dal parlamento e chi dai Comuni. Poi, però, bisogna arrivare a una sintesi.

E come ci si arriva?
Quando ci si avvicinerà alle elezioni politiche. Il Movimento non ha grandi carte di valori come gli altri partiti politici, che poi spesso le ignorano completamente. Ma, al momento del voto, si scriverà un programma che diventerà il patto con i cittadini. In passato il M5s non ha mai affrontato il problema, perché non era un’emergenza come oggi.

Nel frattempo non prenderete posizioni chiare?
Ogni eletto ha la propria coscienza, il proprio rapporto con i cittadini, e si prende la responsabilità di quello che fa. Noi non pensiamo che l’eletto possa fare come gli pare, ma ha una sua autonomia e una sua libertà. Qui a Torino, in passato, abbiamo già avuto approcci a questo tema e in qualche caso io e la mia collega abbiamo votato diversamente, senza drammi.

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