Cultura
Boven is het stil vince il 28 GLBT Torino Film Festival – fotogallery
Si è conclusa la 28 edizione del GLBT Torino Film Festival, un’edizione che ha registrato una sorprendente crescita di pubblico nonostante le difficoltà per Giovanni Minerba di mettere insieme un festival in due mesi e con fondi risicatissimi.
La serata di chiusura si è aperta con Vladimir Luxuria che ha recitato “Bella ciao” per festeggiare il 25 aprile e con il saluto al disegnatore Ralph Koenig. Poi il mini concerto di un brillante Renzo Rubino e la consegna dei premi. “Boven is het stil” della regista olandese Nanouk Leopold ha vinto il concorso lungometraggi – Premio Ottavio Mai, “The Love Part of This” di Lya Guerra ha trionfato nella sezione documentari e “Bunny” di Seth Poulin e Nickolaos Stagias si è aggiudicato il premio come miglior cortometraggio.
Dopo la fotogallery tutti i premi e le motivazioni.
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Concorso lungometraggi.
Vince Boven is het stil di Nanouk Leopold “per i temi intrecciati narrati con un’onestà di arte cinematografica di vigorosa qualità. Per l’elevato livello recitativo degli interpreti, per la crudezza poetica, per la fotografia livida e carnale. Per la capacità più unica che rara di trasformare il silenzio tragico nelle relazioni umane in grande forza comunicativa attraverso lo schermo”.
Menzione speciale a Will You Still Love Me Tomorrow? di Arvin Chen.
Concorso documentari.
Vince The Love Part of This di Lya Guerra “per la straordinaria capacità di trasformare una storia normale e quotidiana in un viaggio emozionante dentro al quale lo spettatore viene portato per mano fino a sentirsene partecipe. I giurati sono rimasti molto colpiti dall’importanza, dall’attualità e dall’intensità di tutte le storie, i personaggi e i temi raccontati nei documentari in concorso. Si è soffermata quindi sulla capacità di trasformare questi temi in racconti cinematografici”.
Menzione speciale a Born this Way di Shaun Kadlec e Deb Tullmann.
Concorso cortometraggi.
Vince Bunny di Seth Poulin e Nickolaos Stagias “per aver raccontato quel che succede quando la gioventù lascia il campo alla vecchiaia e alla malattia, presentate entrambe con ruvida onestà e senza fare sconti. Bunny porta in una realtà possibile che tutti speriamo di vivere, in cui l’amore è solidale, presente e assoluto e che, per questi motivi, ci spaventa meno. È poi un segnale importantissimo di come il cinema omosessuale non abbia paura di affrontare anche il tabù della vecchiaia, mostrandosi sempre più sensibile e maturo nei confronti di tutte le sfaccettature della vita”.
Menzione speciale a The Men’s Room di Jane Pickett “per come ha saputo esplorare una storia controversa e ambigua raccontandola con rara eleganza tecnica. Il bisogno, la paura, la ricerca di comprensione e la solitudine del protagonista vengono rappresentati con un’architettura filmica che scava nel profondo delle emozioni, tenendo lo spettatore col fiato sospeso fino all’ultima sequenza”.
Queer Award (premio assegnato dagli studenti del Dams di Torino).
Vince Joven & Alocadadi marialy Rivas “in cui lo sguardo sfrontato della protagonista trova spazio tra le pagine virtuali di un blog dove uno stile narrativo irriverente e dissacrante diventa strumento di una ribellione, anche autobiografica, alle costrizioni della vita quotidiana. La scelta di genere rimane sospesa, ma viene esplorata con passione e la sessualità viene vissuta in modo spontaneo, fisiologico e, soprattutto, libero”.
Premio del pubblico Lungometraggi.
Alata di Michael Mayer
Premio del pubblico Documentari.
Paul Bowles: The Cage Door Is Always Open di Daniel Young
Premio del pubblico Cortometraggi.
Holden di Juan Arcones e Roque Madrid.
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