Cuneo
Intervista speciale a Maurizio Marello, sindaco di Alba, sulla “sua” città
La crisi economica e le sue conseguenze cambiano la vita degli italiani, e non solo, modificano le aspettative, le abitudini e il volto delle città, anche a causa dei servizi pubblici sempre più ridotti per mancanza di fondi. Vediamo, da vicino, se e quanto è diversa Alba.
Qual è la situazione generale di Alba e dell’albese dal punto di vista economico?
“La crisi ha colpito anche ad Alba e nell’albese, ce ne accorgiamo da quanto siano cresciute le richieste di aiuto che pervengono ai nostri servizi sociali da persone che hanno problemi di lavoro, di casa, di vita quotidiana. Per fortuna, però, l’impatto è stato meno devastante di quello registrato in altre realtà. La presenza di una grande azienda che non ha avuto cali produttivi e che anzi ha proseguito i suoi investimenti pure in città ha funzionato da grande ammortizzatore. E tante altre aziende di ogni dimensione hanno tenuto, non di rado incrementando il proprio export e continuando quindi ad assicurare lavoro a tantissima gente. È purtroppo soprattutto l’edilizia a sentire pesantemente l’effetto della stasi degli investimenti privati e pubblici. Quasi a contrappeso, non ha subito cali, anzi ha continuato a crescere a ritmi sostenuti il comparto del turismo. I visitatori italiani, e più ancora stranieri, affluiscono nella nostra zona sempre più numerosi ed ogni anno è più ampia l’offerta di iniziative che concorrono a richiamarne di nuovi. Tutto ciò, però, come ho già detto, non ha impedito che si creassero in città e nei paesi circostanti situazioni di povertà. Questa è una urgenza che stiamo affrontando con decisione, anche sostituendoci allo Stato ed alla Regione che hanno pressoché azzerato i loro interventi in campo sociale. Ma vorremmo che chi ha la responsabilità in questi settori, cioè appunto lo Stato e la Regione , facessero fino in fondo la loro parte, non abbandonando ad un destino gramo schiere di persone tra le più deboli”.
Il possibile inserimento nel patrimonio dell’umanità, Unesco, quali benefici potrebbe portare al territorio e, in quali tempi?
“Ritengo che, dopo la recente radicale revisione del progetto di candidatura secondo le indicazioni fornite dall’Icomos (International council on monuments and sites), che aveva riscontrato come inadeguato il precedente progetto, sia fortemente probabile un esito favorevole dell’iniziativa. Credo che sicuramente, in seguito all’approvazione da parte dell’Unesco, si avrà un forte interessamento dell’opinione pubblica attorno all’area individuata come “patrimonio mondiale”. Gli effetti pratici (in soldoni, l’aumento del pur già consistente numero di turisti) si avranno solo in seguito e, suppongo, in maniera graduale. Già oggi, ritengo, la nostra zona sufficientemente attrezzata per riceverli più che dignitosamente. Ma un beneficio da non sottovalutare sarà anche quello che avrà incidenza sulla mentalità degli abitanti e degli amministratori. La convinzione, sempre più forte, che tutelare il paesaggio paghi, che le brutture abbiano un costo anche economico pesante, che attenersi rigidamente alle regole da rispettare non sia un’imposizione da cui cercar di liberarsi ma un aiuto a mantenere il nostro territorio ammirato da tutti e da tutti desiderabile”.
Come procede il progetto di parcheggio in zona Piazza San Paolo? quali cambiamenti, estetici e di vivibilità, porterà alla città?
“Il nuovo parcheggio interrato verrà aperto entro il mese di aprile, e con esso verrà restituita alla città la piazza San paolo rinnovata ed abbellita. Sotto questo aspetto ci sarà un miglioramento, poiché Alba potrà disporre di un nuovo spazio per la socialità, le manifestazioni e anche per occasioni commerciali. Mi auguro poi che il parcheggio venga utilizzato nella sua potenzialità, in modo da contribuire allo snellimento del traffico cittadino”.
Quali sono, invece i punti di forza del territorio?
“Già rispondendo alla prima domanda, penso, siano emersi i punti di forza del territorio albese, una struttura industriale solida e differenziata al suo interno, con prodotti in larga misura destinati all’export, un’agricoltura di alta qualità che, in misura straordinaria, contribuisce all’ormai leggendario appeal delle nostre colline, un richiamo “letterario” che fa della Langa un luogo di culto tra i più ricercati, un patrimonio enogastronomico invidiato da tutto il mondo. Ma, ancor più ed ancor prima, vorrei mettere le doti di laboriosità, ingegnosità, sacrificio della nostra gente. Qui sta tutta la speranza nel nostro futuro”.
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