Cronaca
Maxi evasione da 6,5 milioni di euro per 600 irregolari in una cooperativa sociale
Premi di produzione, rimborsi chilometrici, indennità di trasferta, incentivi per i lavoratori; escamotage, secondo quanto ricostruito dai Finanzieri del Comando Provinciale di Torino, utilizzati da una cooperativa sociale per evadere ritenute e contributi sugli stipendi corrisposti ai soci-lavoratori, tutti infermieri ed operatori socio-sanitari di nazionalità straniera, ma con regolari permessi di soggiorno in Italia. In tutto circa 600 dipendenti coinvolti, 6,5 milioni di euro di stipendi secondo i finanzieri illegittimamente non tassati e 1,5 milioni di euro di ritenute Irpef non versate. Nei guai è finita la responsabile della cooperativa di assistenza domiciliare infermieristica, con sede in provincia di Torino, che opera in 24 case di cura e di riposo ed è attiva su tutto il territorio piemontese.
Gli accertamenti sono iniziati il 4 dicembre scorso quando i militari del Nucleo Polizia Tributaria di Torino hanno fatto un’ispezione nella sede della cooperativa: alcuni accertamenti preliminari avevano fatto sorgere dei sospetti sulla regolarità delle buste-paga e degli stipendi. Una verifica insieme ai Funzionari della locale Direzione Territoriale del Lavoro e dell’Inps sugli stipendi pagati dal 1 gennaio 2008 al 30 ottobre 2012 fa emergere le irregolarità.
Per eludere la disciplina fiscale sulla tassazione dei redditi dei lavoratori dipendenti, si usavano indebite assegnazioni di indennità o di rimborsi chilometrici per viaggi totalmente fasulli, camuffati da una serie di irregolarità contabili e giustificazioni poco credibili. Secondo quanto accertato il modus operandi era collaudato e prevedeva il riconoscimento del rimborso chilometrico anche all’infermiere senza patente ma che fittiziamente percorreva 50 km al giorno per raggiungere strutture ospedaliere private – od al fisioterapista che, pur recandosi a lavoro a piedi, percepiva corrispettivi per 20 km di spostamenti giornalieri.
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