Asti
Tagli ai Comuni, sindaci in rivolta: ci dimettiamo in massa o consegna delle fasce il 2 giugno
Vivace e affollata l’assemblea del coordinamento dei sindaci dell’astigiano riunitasi lunedì 11 marzo nelle sale municipali di Asti, alla presenza di Fabrizio Brignolo, primo cittadino di Asti, che, “in casa propria” ha fatto gli onori. All’ordine del giorno, i tagli alle amministrazioni locali da parte del Governo. La pazienza degli amministratori locali è al limite e, conti alla mano, le prossime rinunce economiche di Stato e Regione renderanno impossibile il mantenimento dei servizi a livelli dignitosi. Il patto di stabilità, esteso da quest’anno anche ai comuni più piccoli complicherà la vita alle amministrazioni di dimensioni ridotte, con danni al tessuto economico della provincia, poiché verranno bloccati i pagamenti alle imprese. Inoltre, i famigerati annunci dei tagli saranno improvvisi, rendendo vana ogni forma di programmazione, secondo i sindaci. Quest’anno la tassa rifiuti è stata anche trasformata in tares, con ulteriori aggravi per i cittadini e i Comuni costretti a fare da esattori di balzelli supplementari per conto dello Stato. La prima rata slitterà a luglio, poco importa se i Comuni i servizi di spazzamento, raccolta e smaltimento devono pagarli a partire da gennaio. Secondo il legislatore dovranno arrangiarsi, non si sa come.
Inoltre, comunica Fabrizio Sala, segretario Cisl Fp (Funzione pubblica) in una nota: i Comuni dovrebbero accollarsi 223 milioni di euro di spesa per pagare straordinari elettorali ai dipendenti e gli onorari di presidenti di seggio e scrutatori, attendendo pazienti che arrivi un acconto (il saldo dopo opportuna e minuziosa rendicontazione, naturalmente). Nel conto complessivo si debbono aggiungere anche 90 milioni da destinare al Viminale per ordine pubblico, facilitazioni di viaggio agli elettori, sistemi informatici, logistica, telecomunicazioni; senza dimenticare 13 milioni per il Ministero della Giustizia, 28 milioni per il Ministero Economica e Finanze, 33 milioni per il Ministero degli Esteri. I
Il quadro, insomma è tale da scoraggiare gli amministratori, anche perché al momento non vi è nessun interlocutore con cui relazionarsi. Sono, infatti, in vigore norme “impossibili” varate dal Governo e dal Parlamento, appena sostituito, e non c’è ancora un Governo con cui avviare un confronto. Numerose le proposte: da quelle più radicali, quali le dimissioni di tutti i sindaci, a forme intermedie, quali un’azione incisiva all’interno dell’Anci, (Associazione nazionale comuni italiani) e verso i rappresentanti istituzionali dello Stato (prefettura e parlamentari locali), l’idea di disertare la manifestazione del 2 giugno o consegnare fasce e chiavi delle Città e dei Comuni. Come dire che le Amministrazioni chiudono.
Nei prossimi giorni i sindaci decideranno il da farsi. Presenti all’assemblea anche Alberto Ardia, commissario della Provincia di Asti, Mario Sacco, presidente della Camera di commercio astigiana e i rappresentanti di Castelnuovo Belbo, Montegrosso, Castellero, Monale, Villafranca, Cisterna, Castell’Alfero, Passerano Marmorito, Roatto, Mombercelli, Isola d’Asti, Vinchio, Calliano, Azzano, Castagnole Lanze, Calamandrana,, Montechiaro, Rocca d’Arazzo, Rocchetta Tanaro, Refrancore, Piovà Massaia, Villa San Secondo, Portacomaro, San Damiano, Castello di Annone, Valfenera, Canelli, Mongardino, Montabone, Calliano, Castagnole Monferrato, Baldichieri, Viarigi, Cortandone, Cerro Tanaro, Villanova, Nizza Monferrato, Albugnano, Quaranti.
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