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Asti

Shopping per il centro albese per una’intera famiglia, ma solo con assegni a vuoto

Redazione Quotidiano Piemontese

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carabinieri in negozioUna normale famiglia, intenta a fare shopping, almeno all’apparenza. In realtà madre, padre e figlia hanno truffato molti negozianti di Alba. E’ successo sabato 23 febbraio, giorno di mercato nella città delle cento torri, quando il centro è affollato di banchi mercatali, ambulanti e acqurenti. Tra questi anche i tre ladri che hanno pagato i propri acquisti con assegni bancari tratti da un carnet, rubato ad un’impiegata 45enne albese in città ad aprile dello scorso anno. In quell’occasione, mentre la donna si trovava di sera nella zona dell’ospedale, venne affiancata alle spalle da un giovane che le tirò via la borsa e scappo a piedi. Nella borsa la vittima aveva solo documenti, pochi spiccioli e un carnet di assegni, il giorno dopo bloccato a seguito della denuncia fatta in caserma.  Il famigerato carnet di assegni, a distanza di quasi un anno, è finito nelle mani di questa famiglia di Asti, di cui fanno parte un operaio cassintegrato 48enne, la moglie casalinga 43enne e la figlia studentessa 18enne, tutti incensurati. I tre, sin dalle prime ore di sabato, hanno acquistato un Tablet e 2 I-Phone in un negozio di telefonia, alcuni vestiti griffati, sia da donna, che da uomo in negozi di abbigliamento del centro, pagando sempre con lo stesso metodo.

In totale la loro spesa ammonta a oltre 3.500 euro. Hanno però commesso un passo falso in un negozio. Quando il titolare ha chiesto loro di pagare con carta di credito, bancomat o contanti perché non accettava assegni di sabato a banche chiuse, hanno subito desistito, uscendo in gran fretta dal negozio senza acquistare nulla. Il commerciante ha avvertito una pattuglia a piedi di carabinieri in servizio di vigilanza, così i militari, insieme all’equipaggio di una gazzella del nucleo radiomobile fatta arrivare in zona, hanno fermato i tre a piedi in via Maestra.

Accompagnati in caserma dove, nel giro di poco tempo, è emersa la reale provenienza furtiva di quegli assegni, hanno ammesso le proprie responsabilità, soprattutto il capofamiglia sostenendo di essere entrato in possesso di quegli assegni tramite un nomade di Asti (probabilmente autore dello scippo o complice dello scippatore) e di averlo pagato 100 euro. Gli acquisti fatti (tablet, I-Phone e vestiti) li avrebbe poi venduti sul mercato nero, sempre ad Asti intascandone il ricavato.

Per padre, madre e figlia è scattata la denuncia alla procura della Repubblica di Alba per i reati di concorso in ricettazione aggravata, truffa e falso in titolo di credito, mentre la merce acquistata illecitamente è stata restituita ai titolari dei punti vendita raggirati. Le indagini sulla famiglia sono ancora in corso da parte dei carabinieri per verificare eventuali altri furti e truffe passate.

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