Economia
Secondo la Procura di Milano Gianni Agnelli aveva un tesoro nascosto in Svizzera
La Procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per Margherita Agnelli e per gli avvocati Charles Poncet e Emanuele Gamna in relazione alla complessa vicenda che ruotava attorno all’eredità di Gianni Agnelli. Margherita Agnelli e il legale Poncet erano accusati di tentata estorsione nei confronti dell’avvocato Gamna, mentre quest’ultimo era accusato di falso in scrittura privata. Nell’indagine della procura di Milano risulta però che: “vi sono molteplici indizi che portano a ritenere come verosimile l’esistenza di un patrimonio immenso in capo al defunto Giovanni Agnelli, le cui dimensioni e la cui dislocazione territoriale non sono mai stati compiutamente definiti. Una provvista direttamente riferibile all’avvocato Giovanni Agnelli per una cifra compresa tra gli 800 milioni e un miliardo presso la sede di Zurigo di Morgan Stanley”.
L’esistenza del conto segreto è stata svelata da Paolo Revelli, ex managing director della banca americana, secondo quanto emerge dalla richiesta di archiviazione di Margherita Agnelli e degli avvocati Poncet e Gamma. Le indagini sul possibile tesoro di Gianni Agnelli sono state bloccate sia in Liechtenstein che in Svizzera dalla mancata collaborazione delle autorità locali. Per queste ragioni “l’iniziativa giudiziaria promossa da Margherita Agnelli non può essere liquidata come una pretesa avventata e non possono escludersi, in linea teorica, accordi tra le persone coinvolte per marginalizzare Margherita Agnelli sul piano economico”.
Il procedimento era nato dall’impugnazione dell’eredità di Gianni Agnelli, da parte di Margherita Agnelli che riteneva non valido l’accordo firmato nel 2004 che la portò a ricevere circa 110 milioni in contanti e il trasferimento di immobili, arredi, opere d’arte e altro per un valore complessivo di 1,1 miliardi.
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