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Ambiente

Scorie radioattive e inquinamento: Piemonte, regione più a rischio

Redazione Quotidiano Piemontese

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locandina_Scorie_radioattive_JPGA poco più di anno dalla tragedia di Fukushima, in Giappone, si parla ancora di radioattività e inquinamento atmosferico con la presentazione del libro“Scorie radioattive. Chi sa trema ma in silenzio”. L’appuntamento è venerdì 22 febbraio alle 21 presso la biblioteca civica di Canale, in piazza Italia (ingresso libero). Si tratta di un’opera inchiesta, scritta a quattro mani da Andrea Bertaglio, giornalista de Il Fatto quotidiano on line, curatore della sezione “Ambiente e Veleni” ed esperto in risparmio energetico e da Maurizio Pallante, fondatore del movimento per la “Decrescita Felice”. Il libro non affronta solo l’annoso dibattito sull’energia nucleare, ma focalizza l’attenzione sulla “gestione” dei ri?uti radioattivi. Per quanto riguarda l’Italia, il 96% dei materiali di scarto radioattivi si trova in Piemonte, regione più a rischio irradiazione. L’inchiesta si avvale delle testimonianze di esperti di fama internazionale, Luigi Sertorio, Massimo Zucchetti e Giulietto Chiesa tra gli altri. L’evento è promosso dalle associazioni Canale Ecologia, Polo Cittattiva per l’astigiano e l’albese e Arti e Mestieri di un tempo di Cisterna d’Asti. Alla serata interviene Bertaglio. Introduce Luca Annibali, esperto di energie alternative.

Nella prima parte del libro si ricorda quanto è accaduto nella centrale giapponese di Fukushima, piccola porzione degli esiti nefasti che le radiazioni producono in tutto il pianeta, ma anche quanto sia acceso il dibattito sull’energia nucleare in diverse nazioni del mondo. Dalla Cina all’India, dagli Stati Uniti all’Europa (Francia inclusa), ci sono sempre più persone che non vogliono vedere compromesso il proprio futuro per l’illusione di pagare un po’ di meno la bolletta della luce.

Nella seconda parte ci si focalizza invece sull’Italia, e in particolare sul Piemonte, dove, sulle rive della Dora Baltea, è stato stipato il 96% per cento dei rifiuti radioattivi italiani, in gran parte in forma liquida. Oltre al rischio dei rifiuti radioattivi, da non sottovalutare, è anche la presenza di basi militari con dozzine di testate nucleari e poligoni in cui si testano armi all’uranio impoverito che preoccupa gli autori. Il volume sottolinea poi come in Italia, nonostante la clamorosa vittoria del no al rilancio del nucleare ai referendum del giugno 2011, la popolazione sia esposta,  spesso senza esserne consapevole, a una serie di pericoli a causa della presenza di materiale radioattivo in diverse aree del Paese.

Nella terza ed ultima parte del libro ci si pone una domanda: “Che cos’è il nucleare se non il continuo tentativo di portarci a consumare sempre più energia, invece di risparmiarla o usarla in modo più efficiente?”. Si cercano quindi delle soluzioni per uscire da un sistema, quello della crescita infinita, che non può che portarci ad avere problemi. Non si può infatti pensare di consumare una quantità infinita di risorse quando la loro disponibilità è invece limitata.

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