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La mobilità è in ginocchio: l’ACI di Cuneo scrive ai parlamentari locali

Redazione Quotidiano Piemontese

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Brunello Olivero

Brunello Olivero

“Non abbiamo sentito impegni o proposte riguardanti la fiscalità sulla mobilità che è più che doppia, pari a circa 60 miliardi di euro, rispetto a quella sulla casa e che, perdurando da anni, non solo ha messo e mette in difficoltà le famiglie, ma ha messo in ginocchio l’intero settore auto. Gli indicatori di mercato sono negativi da troppo tempo”.

Questo il monito che i vertici dell’Automobile Club Cuneo hanno rivolto con una lettera ai candidati parlamentari della provincia di Cuneo in vista delle prossime elezioni politiche e che fa seguito al Manifesto di proposte che l’Aci ha diffuso a livello nazionale diretto ai candidati premier del futuro Governo.

I punti salienti del Manifesto diffuso dall’Aci: abolizione del codice della strada sostituendolo con il codice dei conducenti; introduzione di una patente “a livelli” per guidare le auto più potenti; corsi di rieducazione stradale per il recupero dei punti patente; abolizione del superbollo per le auto potenti e riforma della tassa di possesso; rimodulazione accise sui carburanti; riforma della Rc-auto per prevenire le frodi e contenere i costi; destinare i proventi delle multe ad investimenti per la sicurezza stradale e non per le spese correnti delle Amministrazioni; più metro, bus e tram per diminuire l’uso delle auto in città; più infomobilità a livello locale; istituzione di una cabina di regia della mobilità per il territorio indirizzando al meglio le risorse disponibili.

“Si tratta – spiega il presidente dell’Automobile Club di Cuneo, Brunello Olivero – di un  decalogo di misure di facile adozione, con impatto pressoché nullo sul bilancio dello Stato, che permetterebbero importanti risultati positivi sul piano della sicurezza e, sul piano economico, un risparmio per i 34 milioni di cittadini automobilisti di ben 26,8 miliardi di euro all’anno, riducendo la spesa annuale per l’auto da 3.500 a 2.800 euro (20% dei costi totali). Per rimanere in provincia di Cuneo il problema riguarda, secondo dati aggiornati al 2011, ben 390.000 autovetture (oltre ai motocicli e veicoli commerciali) e quindi circa 260mila famiglie cuneese, senza scordare i proprietari utilizzatori degli altri 139.124 veicoli non qualificabili come ‘autovetture’”. Secondo le stime diffuse negli scorsi giorni, il gettito Imu ha portato nelle casse del Tesoro circa 24 miliardi di euro: “Un importo assai rilevante, ma modesto – aggiunge Olivero – rispetto ai 60 miliardi di euro che gravano annualmente e da molti anni sulle famiglie a causa della mole di imposte che colpiscono la mobilità”.

Il 52% degli italiani dichiara che non cambierà auto sino al 2016, a scapito anche dell’ambiente e della sicurezza stradale, considerato che oltre 4 milioni di veicoli hanno più di 20 anni di età e il numero è aumentato del 64% dal 2005. “Senza una strategia il comparto non sopravviverà – conclude Olivero -. Nell’ultimo anno hanno chiuso 350 concessionari e oltre 10mila sono i posti di lavoro tuttora a rischio. Anche per questo chiediamo ai candidati parlamentari della Granda la loro attenzione e il loro impegno in materia. Il problema, infatti, è particolarmente vivo e sentito nella nostra provincia nella quale, pur auspicando un maggior utilizzo del servizio pubblico, non possiamo non prendere atto che le dimensioni del nostro territorio, ma soprattutto il notevolissimo numero di piccoli agglomerati urbani ed agricoli rendono e renderanno insostituibile l’uso dell’automobile che continuerà a costituire non una scelta, ma un’esigenza ineludibile per la vita ed il lavoro quotidiano”.

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