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Asti

Stalker informatico pedinava l’ex grazie ad un’applicazione spia nel iPhone di lei

Redazione Quotidiano Piemontese

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DONNA DENUNCIA MALTRATTAMENTI A CARABINIERIGiovane, appassionato di informatica e stalker. Questa la fotografia di un nuovo persecutore che ha scosso l’esistenza della sua ex fidanzata. Lui, un albese 25enne studente universitario, lei 21enne, studentessa residente ad Asti. Tutto è iniziato nel campus universitario torinese lo scorso gennaio. Da allora, i due si sono innamorati e frequentati come coppia fino a settembre, quando la ragazza lo ha lasciato. Lui però, qualche giorno prima della separazione, intuendo che lei lo avrebbe mollato, sfruttando le sue conoscenze d’informatica derivate dai suoi studi e ad insaputa della sua ex, le aveva inserito nell’iPhone un’applicazione spia in grado di localizzarla costantemente in tempo reale, mediante un sofisticato sistema di rilevazione gps. In tal modo, avvalendosi delle moderne tecnologie, era praticamente in grado di controllare la vita della sua ex momento per momento, senza sosta. Lo stalker le si parava dinanzi dappertutto e nei posti più impensati. In una multisala cinematografica di Torino, all’interno di un centro commerciale di Asti, in un ristorante di Bra, etc. La ragazza, incredula, si chiedeva come facesse il suo ex a sapere sempre dove fosse. Ad ogni incontro, lui la offendeva e minacciava anche in presenza altrui nel tentativo di intimorirla così da costringerla a tornare con lui.

La studentessa, ormai esasperata dalla situazione, lo ha denunciato ai carabinieri di Alba. Iniziate le indagini, i militari hanno scoperto i pedinamenti dell’uomo, i suoi controlli verso la ex e, sapendo delle sue capacità informatiche, hanno supposto che usasse l’applicazione spia e, infatti, quella che, inizialmente sembrava solo un’ipotesi investigativa si è rivelata reale. Pochi giorni fa, il giovane è stato fermato mentre pedinava la sua ex e, dall’esame del suo smartphone, è emersa l’applicazione in questione.

Lo stalker tecnologico, a carico del quale i carabinieri hanno richiesto al giudice l’emissione di un provvedimento di divieto di avvicinamento e comunicazione con la vittima con sequestro dello smartphone, rischia una condanna fino a quattro anni di reclusione.

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